72 paesi hanno raggiunto l'Obiettivo di Sviluppo del Millennio di dimezzare la proporzione delle persone cronicamente sottoalimentate
Scende ancora il numero complessivo delle persone che soffrono la fame nel mondo, giungendo a 795 milioni, ben 216 milioni in meno rispetto al biennio 1990-92. Ad affermarlo l'ultima edizione del rapporto annuale delle Nazioni Unite sulla fame, “Lo stato dell'insicurezza alimentare nel mondo 2015”.
Pubblicato dall'Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura delle Nazioni Unite, dal Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo, e dal Programma alimentare mondiale, il rapporto ha evidenziato degli enormi passi avanti nella lotta alla fame nel mondo, anche se la strada per la sua completa soluzione è ancora lunga. Nei paesi in via di sviluppo, la prevalenza della denutrizione - che misura la percentuale di persone che non sono in grado di consumare cibo sufficiente per una vita attiva e sana - è scesa al 12,9% della popolazione, un calo dal 23,3% di un quarto di secolo fa. L’altro aspetto importante evidenziato dal Rapporto, soprattutto in vista del prossimo settembre quando a New York si farà il punto della situazione sugli obiettivi di sviluppo del Millennio, riguarda i Paesi che hanno raggiunto questo importante traguardo: la maggioranza - 72 su 129 - dei paesi monitorati dalla FAO hanno raggiunto l'Obiettivo del Millennio di dimezzare la prevalenza della denutrizione entro il 2015, con i paesi in via di sviluppo nel loro complesso che hanno mancato l'obiettivo per un piccolo margine.
Ma quali sono stati i fattori che hanno portato a questi risultati? Un ruolo fondamentale nel raggiungimento dell'obiettivo della fame è stato quello della produttività agricola, soprattutto da parte delle piccole famiglie contadine.
Altro elemento importante è stato l'espansione della protezione sociale. Spesso trasferimenti di denaro alle famiglie vulnerabili, ma anche buoni pasto, programmi di assicurazione sanitaria o mense scolastiche, magari con appalti dati agli agricoltori locali, sono correlati fortemente con progressi nella riduzione della fame e con la possibilità che tutti i membri della società abbiano una sana alimentazione per perseguire una vita produttiva.
"Il quasi raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio sulla fame, ha dichiarato il Direttore Generale della FAO, José Graziano da Silva, ci dimostra che è possibile eliminare questa piaga nel corso della nostra esistenza. Dobbiamo essere la generazione Fame Zero. Questo obiettivo dovrebbe essere integrato in tutti gli interventi politici ed essere al centro della nuova agenda per lo sviluppo sostenibile da stabilire quest'anno".
RISULTATI - Un notevole abbassamento della fame è stato raggiunto in Asia orientale e progressi molto veloci vi sono stati in America Latina e nei Caraibi, nel sud-est asiatico e nell'Asia centrale, come pure in alcune parti del continente africano, dimostrando che una crescita economica inclusiva, investimenti agricoli e interventi di protezione sociale, insieme alla stabilità politica, rendono l'eliminazione della fame possibile. Soprattutto, ha favorito i progressi la volontà politica di fare dell'eradicazione della fame un obiettivo centrale dello sviluppo.
L'Africa sub-sahariana è la regione con la più alta prevalenza di denutrizione al mondo - 23,2% della popolazione - vale a dire quasi una persona su quattro. Tuttavia, i paesi africani che hanno investito di più per migliorare la produttività agricola e le infrastrutture di base sono riusciti a raggiungere l'obiettivo di sviluppo del millennio relativo alla fame, soprattutto in Africa occidentale.
La percentuale di persone che soffrono la fame in America Latina e nei Caraibi dal 1990 a oggi è scesa dal 14,7% al 5,5%, ed anche la quota di bambini sottopeso (sotto i 5 anni di età) è fortemente diminuita. Un forte impegno per la riduzione della fame è stato tradotto in programmi sostanziali di protezione sociale che, insieme con una forte crescita economica, hanno guidato i progressi su scala continentale.
Tendenze diverse sono emerse in Asia. I paesi dell'Est e del Sud-Est asiatico hanno raggiunto una riduzione costante e rapida in entrambi gli indicatori della malnutrizione, sostenuta dagli investimenti nelle infrastrutture idriche e igienico-sanitarie, ed anche da prospettive economiche favorevoli.
In Asia meridionale, la prevalenza della denutrizione è calata ma modestamente, passando dal 23,9% al 15,7%, ma molti più progressi sono stati fatti nella riduzione del problema dei bambini sotto peso.
In Nord Africa si è vicini a debellare le forme più gravi di insicurezza alimentare, con la prevalenza di denutrizione al di sotto del 5%, mentre la qualità degli alimenti alimentare è fonte di preoccupazione crescente per l'aumento di sovrappeso e obesità.
In Asia occidentale, dove le condizioni igieniche sono generalmente avanzate e sono bassi i tassi di bambini sottopeso, l'incidenza della fame è aumentata a causa della guerra e dei conflitti civili in alcuni paesi, con le conseguenti grandi migrazioni di rifugiati.