Agricoltura sostenibile e alta qualità: il caso "Candonga"

In Basilicata si coltiva una speciale varietà di fragola secondo criteri di sostenibilità ambientale ed economica. Un modello che fa delle colture del Metapontino un distretto agricolo all'avanguardia.

Tra le eccellenze gastronomiche italiane sta ottenendo un certo successo la fragola "Candonga", una varietà molto apprezzata dagli chef e dai pasticceri di alto livello che viene coltivata con criteri ecologici in basilicata.

Oltre alla bontà del frutto, vale la pena raccontarne la storia, emblematica di come l'agricoltura biologica, unita a un'imprenditoria illuminata, può rilanciare un territorio in tempi di crisi e inserirsi in una nicchia di mercato che guarda al futuro. Non a caso questa vicenda, insieme ad altre, è stata scelta da Earth Day Italia per il progetto "Tra campagne intelligenti e montagne all'avanguardia", presentato all'EXPO  di Milano per rappresentare un nuovo modello di sviluppo che punta su tradizione e innovazione, attraverso esempi concreti di realtà produttive italiane.
La varietà "Candonga" è stata selezionata per la prima volta in Spagna. Si tratta di un frutto particolarmente adatto alle coltivazioni biologiche, relativamente grande, saporito e profumato, motivi che lo fanno apprezzare dai professionisti della gastronomia. Dalla Spagna la coltura delle fragole candonga ha trovato, è il caso di dirlo, terreno fertile in Italia, nel cosiddetto "Metapontino": la pianura costiera della Basilicata che si affaccia sullo Ionio.  Qui un'imprenditrice locale, Carmela Suriano, intuendo le potenzialità di un prodotto d'eccellenza, ha promosso un consorzio di produttori, il "Club Candonga Fragola Top Quality", che riunisce sedici agricoltori e copre circa la metà della produzione.

Il club promuove le qualità di questo frutto che infatti ha allargato il proprio mercato, tanto che ormai il 30% delle fragole prodotte oltrepassa le frontiere italiane, grazie a una richiesta crescente soprattutto dalla Germania, dalla Francia, dall'Austria e dall'Inghilterra.
La qualità è garantita dalle regole di coltivazione che chi vuole entrare nel club deve seguire senza eccezioni. La fragola non è frutto di manipolazioni genetiche: è stata ottenuta solo da incroci naturali. Viene coltivata da ottobre a giugno in un unico ciclo annuale; si raccoglie dunque una sola volta, quando la parte rossa del frutto arriva al 90%. La sostenibilità della produzione esige che le piante vengano trattate con prodotti a basso impatto ambientale; i fiori vengono impollinati dalle api e come antiparassitari sono "arruolati" insetti non nocivi. Anche l'impronta idrica della coltivazione è ridotta: grazie ad impianti di irrigazione a goccia e a computer che ne regolano la quantità, le piante ricevono solo l'acqua necessaria, non di più.
Tradizione e innovazione, appunto.

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