I Briganti di Cerreto, un nuovo modello di turismo per tutelare il territorio

Un gruppo di giovani ha deciso nel 2003 di unirsi nella Cooperativa “I Briganti di Cerreto”. L’obiettivo era quello di riqualificare ed implementare le attività locali, a vantaggio dell’ambiente e della comunità locale

Cerreto Alpi è un piccolo borgo nel cuore dell’Appennino Reggiano. Uno di quei borghi che fa parte di quell’Italia nascosta, poco conosciuta, ma ricca di cultura e di una bellezza senza tempo. Come la maggior parte dei borghi, specialmente quelli più isolati, anche questo è destinato ad essere spopolato in quanto non crea opportunità e prospettive future per chi vi abita. Qui fino a quindici anni fa c’erano solo 80 abitanti, quando nel dopoguerra si toccavano punte anche di un migliaio di abitanti.

Eppure si tratta di un vero e propri tesoro che se valorizzato in maniera adeguata può creare sviluppo economico e sociale.
Proprio a Cerreto Alpi dei giovani coraggiosi che non volevano abbandonare la loro terra per trasferirsi nella grande città, hanno deciso nel 2003 di unirsi nella Cooperativa “I Briganti di Cerreto”. L’obiettivo era quello di riqualificare ed implementare le attività locali, a vantaggio dell’ambiente e della comunità locale.

“Noi abbiamo deciso di valorizzare ciò che a Cerreto c’era già, spiega Davide Tronco della Cooperativa, “come i vecchi metati (edifici in pietra, ndr) utilizzati per essiccare le castagne. Questi erano tutti in stato di abbandono. Abbiamo deciso di ristrutturarne uno e lo utilizziamo ancora oggi per essiccare le castagne con la tecnica che si usava un tempo.” Non solo: all’interno di questi edifici vengono svolte serate culturali dove viene raccontata questa particolare tecnica di essiccatura.
Ma le attività svolte da questi giovani sono veramente tante: si prendono cura del verde e del territorio; realizzano corsi didattici rivolti alle scuole e a tutti gli interessati su temi inerenti al territorio per le sue connotazioni agricole, forestali, naturalistiche, ambientali, storico culturali; monitorano del territorio.

Ma l’elemento che probabilmente li caratterizza di più e di aver realizzato un nuovo tipo di turismo, definito turismo di comunità.
Come si legge nel loro sito ufficiale, “il turismo responsabile di comunità è una nuova forma di accoglienza turistica recentemente nata nell’Appennino, si rivolge ai turisti attratti dall’autenticità dei luoghi, dalla genuinità dei rapporti umani, dalla specificità della cultura e delle tradizioni locali che ricercano un rapporto più stretto con il territorio che desiderano visitare, con le persone che vi abitano”.
Il turista, quindi, entra in un rapporto diretto con la comunità.

Un bell’esempio, quello di Cerreto delle Alpi e dei suoi Briganti che mostra come l’utilizzo consapevole e intelligente del territorio può portare tutela ambientale e contemporaneamente sviluppo economico.

Intercettato da Earth Day Italia che, in collaborazione con il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, ha voluto realizzare una rassegna quei casi di comunità rurali che, pur basando la propria economia sull’agricoltura e la produzione agroalimentare, hanno saputo “inventare” nuovi modelli di sviluppo per il territorio. Da questa selezione sono nate 15 storie racchiuse in cinque reportage che sono stati presentati all’Expo il 5 giugno in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente.

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