Papa Francesco ha partecipato questa mattina alla Plenaria della Seconda Conferenza Internazionale sulla Nutrizione
“Il diritto all’alimentazione sarà garantito solo se ci preoccupiamo del suo soggetto reale, vale a dire la persona che patisce gli effetti della fame e della denutrizione. Il soggetto reale!” ad affermarlo Papa Francesco nel suo discorso alla Fao nel corso della Seconda Conferenza Internazionale sulla Nutrizione. 15 minuti di discorso in spagnolo in cui il Santo Padre ha lanciato un forte appello per la soluzione di questo problema che colpisce ancora tantissime persone. La questione della fame nel mondo è un tema che sta molto a cuore al Santo Padre che, infatti, nel dicembre del 2013, in collaborazione con la Caritas Internazionalis, ha lanciato la campagna "One human family. Food for all", un impegno alla mobilitazione, per rimuovere le cause della fame e le fonti di una disuguaglianza sempre più profonda
“L’interesse per la produzione, la disponibilità di alimenti e l’accesso ad essi, il cambiamento climatico, il commercio agricolo, afferma il Santo Padre, devono indubbiamente ispirare le regole e le misure tecniche, ma la prima preoccupazione deve essere la persona stessa. Il Santo Papa Giovanni Paolo II, nell’inaugurazione, in questa sala, della Prima Conferenza sulla Nutrizione, nel 1992, mise in guardia la comunità internazionale contro il rischio del "paradosso dell’abbondanza": c’è cibo per tutti, ma non tutti possono mangiare, mentre lo spreco, lo scarto, il consumo eccessivo e l’uso di alimenti per altri fini sono davanti ai nostri occhi”. Paradosso, questo, ancora presente al giorno d’oggi.
Nell’affrontare questo tema Papa Francesco non poteva non soffermarsi sul fenomeno ad esso collegato della speculazione: “È doloroso constatare, evidenzia, che la lotta contro la fame e la denutrizione viene ostacolata dalla "priorità del mercato", e dalla "preminenza del guadagno", che hanno ridotto gli alimenti a una merce qualsiasi, soggetta a speculazione, anche finanziaria”.
Ma c’è un altro elemento fondamentale afferma Papa Francesco, ed è la mancanza di solidarietà. “Le nostre società sono caratterizzate da un crescente individualismo e dalla divisione; ciò finisce col privare i più deboli di una vita degna e con il provocare rivolte contro le istituzioni. Quando manca la solidarietà in un paese, ne risentono tutti. Di fatto, la solidarietà è l’atteggiamento che rende le persone capaci di andare incontro all’altro e di fondare i propri rapporti reciproci su quel sentimento di fratellanza che va al di là delle differenze e dei limiti, e spinge a cercare insieme il bene comune”.
Bisogna, quindi, tornare a rispettarsi, spiega il Santo Padre. Ruolo centrale in tutto ciò è svolto dallo Stato: “Anche agli Stati, concepiti come comunità di persone e di popoli, viene chiesto di agire di comune accordo, di essere disposti ad aiutarsi gli uni gli altri mediante i principi e le norme che il diritto internazionale mette a loro disposizione. Una fonte inesauribile d’ispirazione è la legge naturale, iscritta nel cuore umano, che parla un linguaggio che tutti possono capire: amore, giustizia, pace, elementi inseparabili tra loro. Come le persone, anche gli Stati e le istituzioni internazionali sono chiamati ad accogliere e a coltivare questi valori, in uno spirito di dialogo e di ascolto reciproco. In tal modo, l’obiettivo di nutrire la famiglia umana diventa realizzabile”.
“La Chiesa cattolica, prosegue Papa Francesco, cerca di offrire anche in questo campo il proprio contributo, mediante un’attenzione costante alla vita dei poveri, dei bisognosi in ogni parte del pianeta. S’intende in tal modo contribuire a identificare e adottare i criteri che lo sviluppo di un sistema internazionale equo devono soddisfare. Sono criteri che, sul piano etico, si basano su pilastri come la verità, la libertà, la giustizia e la solidarietà”.
“Se si crede al principio dell’unità della famiglia umana, fondato sulla paternità di Dio Creatore, e alla fratellanza degli esseri umani, conclude il Santo Padre, nessuna forma di pressione politica o economica che si serva della disponibilità di alimenti può essere accettabile”. E qui il riferimento è rivolto anche al nostro Pianeta. Bisogna essere “liberi da pressioni politiche ed economiche per custodirlo, per evitare che si autodistrugga. Dio perdona sempre, le offese, gli abusi. Gli uomini perdonano a volte. La terra non perdona mai! Custodire la sorella terra, la madre terra, affinché non risponda con la distruzione".