28 Dicembre 2017
Dario Caputo
ALIMENTAZIONE
28 Dicembre 2017
Dario Caputo

Fao: in nord Africa e medio oriente il 27% della popolazione soffre la fame

Un rapporto dell'organismo dell'Onu evidenzia che in queste aree la quota di popolazione denutrita è sei volte superiore a quella dei paesi non colpiti dai conflitti. L'obiettivo della "fame zero" entro il 2030 è in forse.

I continui conflitti e le crisi presenti in Medio Oriente e Nord Africa, rendono sempre più difficili il raggiungimento di un obiettivo molto importante, cioè quello di eliminare la fame nella regione entro il 2030; a sottolinearlo il rapporto della Fao: “Regional overview of food security and nutrition in the Near East and north Africa”. Purtroppo i dati riportati non sempre riescono a fotografare perfettamente la situazione; risulta quindi difficile comparare questi dati con quelli riportati ai tempi di pace. Il rapporto sottolinea, in ogni caso, che nel periodo 2014-2016, il 27,2% della popolazione era affamato; questo dato risulta essere sei volte superiore alla quota di popolazione denutrita in paesi non colpiti dai conflitti. Secondo il rapporto “queste tendenze mettono in forse la capacità della Regione NENA di raggiungere l’obiettivo di sviluppo sostenibile di Fame Zero entro il 2030. In una regione, in gran parte composta da paesi in via di sviluppo a medio reddito, nelle zone di conflitto a causa della violenza la proporzione di persone cronicamente affamate ha raggiunto livelli paragonabili a quelli dei paesi più poveri del mondo, e questo sta esercitando un forte effetto negativo sulla riduzione della fame nell’intera area NENA”.

Durante la presentazione del rapporto al Cairo è intervenuto anche il Direttore Generale Aggiunto e Rappresentante Regionale della Fao, Abdessalam Ould Ahmed, che ha sottolineato come sia importante costruire una sorta di resilienza in queste popolazioni e sostenere la pace per migliorare le condizioni di vita di chi vive quelle zone. Continuando il suo discorso ha evidenziato anche la crescente necessità di attuare politiche e interventi di lungo termine e onnicomprensivi per raggiungere Fame Zero entro il 2030: “Quando i paesi della Regione soffrono per una escalation dei conflitti, l’obiettivo di affrontare i problemi della regione di malnutrizione, scarsità di acqua e cambiamenti climatici, diventa più difficile ma allo stesso tempo più urgente. Solo attraverso una migliore cooperazione e solidarietà la Regione sarà in grado di porre fine a conflitti e violenze e tornare allo sviluppo”.

La situazione, ad oggi, desta particolare preoccupazione: ad esempio in Siria la violenza ha provocato una riduzione del 67% del Pil del paese, con l’80% della popolazione che necessita di assistenza umanitaria e il 50% di quella alimentare. Stesso quadro drammatico anche in Iraq, nello Yemen e in Libia; secondo la Fao “questa tendenza renderà difficile fare progressi verso l’eliminazione della fame nella regione ricorrendo a tradizionali strumenti politici, a meno che non vengano fatti passi decisivi verso la pace e la stabilità”.                    

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