5 Ottobre 2014
Gabriele Renzi
ALIMENTAZIONE
5 Ottobre 2014
Gabriele Renzi

Ripartire dall'agricoltura

Masini, Coldiretti: l’agricoltura territoriale può essere motore per lo sviluppo sostenibile dei territori

Stefano Masini responsabile Area Ambiente e Territorio di Coldiretti e Coordinatore del gruppo di lavoro per lo Sviluppo delle filiere agricole di qualità ecologica presso gli Stati Generali della Green Economy fa il punto sullo stato di salute dell’agricoltura italiana intervenendo sui temi dello sviluppo sostenibile.
L’intervento è stato trasmesso dalla Radio Vaticana all’interno di “A Conti Fatti” programma realizzato dalla redazione di economiacristiana.it in collaborazione con Earth Day italia

 
Che periodo sta passando l'agricoltura italiana?
Non possiamo intraprendere una lettura dell'agricoltura sganciata dal contesto dell'economia internazionale, le difficoltà di mercato e a livello sociale, legate alla riduzione del consumo, incidono anche sull'attività del settore.
È vero però che l'agricoltura conserva una serie di antidoti interni al sistema che consentono poi una sostanziale tenuta.
Alcuni numeri inducono a ritenere con ottimismo che l'Italia attraverso il sostegno e l'agroalimentare ce la può fare ad uscire da questo periodo di recessione.
In particolare per quanto riguarda l'export, va detto che il nostro "made in" alimentare continua a riscuotere successi e consensi da parte dei consumatori nel mondo, l'Italia è terra di attrazione per il cibo, per il vino, considerate delle vere e proprie eccellenze da parte dei consumatori nel mondo.

 

Lei è coordinatore del gruppo di lavoro per le “filiere agricole di qualità” per gli Stati Generali della Green Economy. L'agricoltura è chiamata ad essere motore per uno sviluppo sostenibile del territorio, d’altra parte è responsabile di un grande consumo di risorse naturali.
Quando parliamo di agricoltura noi dobbiamo usare una declinazione al plurale.
C'è un'agricoltura che nel mondo consuma risorse e può essere considerata non sostenibile; mi riferisco a modelli di utilizzo di nuove tecnologie fortemente invasive capaci di incidere, frammentare la biodiversità o di sostituirsi alla "naturale destinazione di produzione di cibo" o alle merci destinate a viaggiare quindi a provocare apporti consistenti nell'inquinamento atmosferico.
Poi abbiamo un modello di agricoltura territoriale, portatore dell'idea di un’economia di prossimità che si lega alla comunità e tenta di rilocalizzare produzione e consumo avvicinando le fasi della filiera.
Questa agricoltura è fortemente sostenibile, è il modello a cui ci riferiamo come Coldiretti.
Il nostro paese è in grado di competere per i suoi talenti, legati a diversità di territorio, cultura, saper fare, tradizione, bellezza, paesaggio, un mix che necessità della combinazione di una serie di fattori di sviluppo, sostenibilità e qualità.

 

Per la crescita di questo tipo di agricoltura anche una legislazione a tutela del Made in Italy sembra importante. Voi in questo senso avete protestato molto duramente lo scorso natale nei pressi del Brennero
Il nostro cibo viene desiderato negli scaffali di tutto il mondo, per questo viene anche copiato, clonato, riprodotto, contraffatto. Noi abbiamo richiesto una forte tutela dell'origine geografica per essere più competitivi e anche al nostro interno per razionalizzare le filiere. Spesso ci troviamo difronte a importazioni di prodotti, materie prime e ingredienti che semplicemente lavorati acquistano la caratterizzazione geografica, sono messi in commercio attraverso segni, simboli, immagini, che richiamano il nostro paese e questo crea una concorrenza sleale, penalizza i produttori e soprattutto incide sulle scelte libere e informate dei consumatori.

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