23 Luglio 2015
Stefania Galli
CAMBIAMENTO CLIMATICO
23 Luglio 2015
Stefania Galli

70 sindaci dal Papa per parlare di questione ambientale e sociale

Il 21 e 22 luglio, nell’Aula del Sinodo, si è svolto il workshop, organizzato dalla Pontificia Accademia delle Scienze e dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, “Modern Slavery and Climate Change”

Per la prima volta in Vaticano si sono radunati 70 sindaci delle più grandi città del mondo per parlare di ambiente e questioni sociali. Due temi, come ha anche evidenziato il Santo Padre nell’Enciclica “Laudato si”, strettamente correlati: questione ambientale e questione sociale, infatti, derivano entrambi dall’attività dell’uomo. L’uomo quindi deve prendersi le sue responsabilità e porvi rimedio.

Il 21 e 22 luglio, quindi, nell’Aula del Sinodo si è svolto il workshop, organizzato dalla Pontificia Accademia delle Scienze e dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, “Modern Slavery and Climate Change: the Commitment of the Cities” (Moderne schiavitù e cambiamento climatici), che ha riunito i sindaci delle più grandi città della Terra. Obiettivo: condividere le migliori pratiche per contrastare queste due importanti questioni. Ma perché proprio i sindaci? Attualmente la maggior parte dell’umanità si concentra in aree urbane e si comprende facilmente come sia fondamentale il ruolo giocato dalle città, e dai sindaci in particolare, per la risoluzione di questi problemi.

A questo incontro ha preso parte anche Papa Francesco che, in spagnolo, ha affermato come “la cultura della cura dell’ambiente non è un atteggiamento solamente “verde”, è molto di più. Prendersi cura dell’ambiente significa avere un atteggiamento di ecologia umana”. Questo perché, sottolinea Francesco “l’ecologia è totale, è umana. Non si può separare l’uomo da tutto il resto”.

Ringraziando i sindaci della loro partecipazione ha inoltre evidenziato come “una delle cose che più si nota quando l’ambiente non è curato, è la crescita a dismisura delle città”. Crescita che crea, sottolinea il Santo Padre, “cordoni di povertà e di miseria sempre più grandi”, innescando quel fenomeno migratorio che porta la popolazione dalle campagne alla città. Accentuando, inoltre, disoccupazione. “I fenomeni di disoccupazione sono molto grandi e le persone sono costrette a emigrare, cercando nuovi orizzonti, spiega Francesco.” Il grande numero di disoccupati allarma. Soprattutto la disoccupazione giovanile che supera il 40% e in alcuni arriva anche al 50%”.
Tutto ciò ha anche altre conseguenze, come lo svilupparsi della “tratta delle persone e la prostituzione”. “Ho molta speranza nel vertice di Parigi del prossimo novembre, afferma però il Santo Padre, affinché si raggiunga un accordo fondamentale e di base su queste questioni”.

E conclude soffermandosi sull’importante ruolo giocato dai sindaci: “anche se questa coscienza esce dal centro per andare verso le periferie, il lavoro più serio e più profondo si fa dalle periferie verso il centro, cioè da voi verso la coscienza dell’umanità. La Santa Sede, o qualsiasi altro Paese, potrà fare un bel discorso alle Nazioni Unite, ma se il lavoro non parte dalle periferie verso il centro tutto ciò non ha effetto. Da qui la responsabilità dei Sindaci delle città”. “Per questo vi ringrazio moltissimo che vi siate riuniti come esempio di periferie molto attente a questa problematica”.

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