14 Dicembre 2018
CAMBIAMENTO CLIMATICO
14 Dicembre 2018

COP 24 a rischio fallimento. Earth Day Italia: “Può bastare il presidente di un paese per devastare un accordo sulla sopravvivenza della Terra?”

Il presidente di Earth Day Italia Pierluigi Sassi interviene su Unomattina:”Se non siamo in grado di governare qualcosa che ci sta uccidendo, siamo destinati all’estinzione”.

La COP dell’attesa. Rischia di essere ricordata cosi la 24ma Conferenza delle Parti in corso a Katowice in Polonia.

Mentre, infatti, nei diversi eventi del consesso internazionale procedono le discussioni, le presentazioni, i dibattiti  della società civile e della comunità scientifica, i negoziati continuano a porte chiuse dalle quali filtrano posizioni divergenti e contrasti non banali.

La possibilità che la Cop fallisca c’è. Da giorni i rappresentanti di oltre 200 paesi del mondo stanno discutendo su come raggiungere gli obiettivi previsti dall’Accordo di Parigi e mantenere il riscaldamento globale entro 1,5°C rispetto all’epoca preindustriale.

Per farlo però serve tagliare le emissioni di CO2 in maniera ancora più rapida e drastica di quanto immaginato a Parigi nel 2015 e questo vuol dire ripensare da subito un modello economico che finora si è basato sulle fonti fossili, petrolio e carbone, sulle quali diversi stati ancora fondano la propria economia, a partire dalla Polonia che ospita la conferenza, e che stanno mordendo il freno dei negoziati.

La comunità degli ambientalisti è scioccata di fronte a quello che stiamo vivendo – afferma Pierluigi Sassi, Presidente di Earth Day Italia, intervenendo all’interno del programma Unomattina – Lo stesso Paese ospite della COP24, la Polonia, ha dichiarato che non potrà mantenere gli obiettivi sul carbone”.

Lo strappo si è consumato in particolare sull’ultimo report IPCC, diffuso lo scorso ottobre. Stati Uniti, Russia, Arabia Saudita e Kuwait si sono infatti opposti alla sua adozione tra i testi base delle negoziazioni, facendo di fatto crollare le basi su cui fondare gli impegni dei singoli stati e la definizione del cosiddetto “libro delle regole”, obiettivo finale della Conferenza.

Dopo che il mondo è riuscito a trovare una comunità di intenti straordinaria, può bastare un presidente, eletto non dal Pianeta ma da un solo Paese, a devastare completamente un accordo che era di sopravvivenza per la Terra? - Afferma Sassi riferendosi in particolare alle posizioni del presidente americano Trump - Questo dovrebbe farci riflettere su come funzioniamo perché, se noi non siamo in grado di governare qualcosa che ci sta uccidendo, siamo praticamente destinati all’estinzione”.

La speranza è che la lunga attesa generi alla fine un compromesso accettabile che permetta all’accordo di entrare come previsto nella sua piena efficienza a partire dal 2020, con impegni ambiziosi e regole chiare e definite che permettano di affrontare quella questione climatica che il presidente  che il segretario delle Nazioni Unite, Antonio Guterres ha definito in apertura do conferenza “questione di vita o di morte”.

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