CAMBIAMENTO CLIMATICO
1 Agosto 2017

Climate change, secondo un nuovo studio strada ancora più in salita

Lo studio sposta di 0,2°la temperatura utilizzata come riferimento per gli accordi di COP21. Gli impegni presi a Parigi potrebbero non bastare

L’accordo sul clima di Parigi ha visto i paesi firmatari impegnarsi a ridurre le proprie emissioni di CO2 nell’atmosfera con l’obiettivo di contenere il riscaldamento globale entro i 2 gradi centigradi (possibilmente uno e mezzo) rispetto ai livelli preindustriali.
Il tempo a disposizione per alleviare la febbre del pianeta non è molto e la sfida è molto complicata per un sistema economico e produttivo che sarà chiamato a ripensare interamente se stesso e le sue dinamiche.

 
Come se non bastasse un nuovo studio suggerisce l’ipotesi che il periodo di riferimento utilizzato dall’accordo di Parigi potrebbe aver ignorato un intero secolo di riscaldamento generando così degli impegni di riduzione delle emissioni meno impegnativi rispetto a quanto necessario.
 
Secondo lo studio pubblicato sulla rivista Nature Climate Change  da un gruppo di scienziati delle università di Edimburgo, Reading e Pennsylvania State guidato da Andrew P. Schurer, le temperature della fine del XIX secolo che COP21 ha preso come riferimento non avrebbero contabilizzato le emissioni di gas tra il 1750 e il 1875, emissioni che aggiungerebbero un ulteriore 0,2° alla temperatura di base.
Lo studio ritiene quindi che ci sia meno tempo del previsto per affrontare il riscaldamento globale e che l’accordo di Parigi avrebbe dovuto essere ancor più aggressivo: “Se si prende in considerazione questo ulteriore 0,2° si scopre che abbiamo la possibilità di bruciare il 40% di carbonio in meno rispetto a quanto pensato finora” ha dichiarato il climatologo della Pennsylvania State University Michael Mann, uno degli estensori della ricerca .

 
La definizione di questo nuovo punto di partenza solleva più di qualche dubbio sulla capacità dell'umanità di soddisfare gli obiettivi di Parigi il cui accord rimane comunque il miglior strumento finora a disposizione per salvare il pianeta.
C'è ancora tempo per scongiurare gli effetti peggiori del riscaldamento globale, ma il “bilancio del carbonio”, cioè la quantità di anidride carbonica che il mondo può bruciare mantenendo l’aumento della temperatura globale sotto i 2 gradi,  dovrebbe essere rivisto alla luce di questa nuova teoria secondo cui gli impegni presi dagli stati che hanno sottoscrtto l’Accordo Globale sul Clima potrebbero non essere sufficienti: “Gli impegni di Parigi ci hanno messo sulla strada giusta – dichiara Mann – ma i nostri studi suggeriscono che ci sia più urgenza di quanto pensassimo perché Parigi non ci porta nemmeno a metà strada, ma a un terzo."

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