26 Novembre 2012
CAMBIAMENTO CLIMATICO
26 Novembre 2012

Doha: oltre 17mila delegati ONU discuteranno di cambiamenti climatici

A Doha, dal 26 novembre al 7 dicembre, si terrà il COP18/CMP8, l’evento sul cambiamento climatico organizzato dall'ONU. Messa in moto una grande macchina organizzativa nel centro congressi della città, il Qatar National Convention Centre:17mila delegati arriveranno da tutto il pianeta in rappresentanza dell’Onu, delle sue agenzie, delle organizzazione governative, non governative e inter governative, della società civile e dei media

 Il Qatar National Convention Centre, progettato da Arata Isozaki e inaugurato a dicembre 2011, ha una capacità notevole: sala plenaria da 4.000 posti, un auditorium da 2.300 posti, 52 sale meeting modulari, spazi banqueting fino a 10.000 posti e spazi espositivi su 40 mila metri quadrati suddivisi in nove sale. 
Nonostante le dimensioni, non solo il COP18/CMP8 occuperà completamente la struttura, inclusi i 3.500 metri quadrati di spazi all’aperto, ma ne sono stati richiesti di ulteriori: sono in costruzione 76 ulteriori aree dove allestire gli uffici e le postazioni di lavoro delle delegazioni, per un totale di 128 sale. Due settori da 2 mila posti ciascuna saranno riservati alle sessioni plenarie e due auditorium ospiteranno le conferenze stampa; sempre all’interno del centro saranno allestiti 21 punti ristoro e 18 aree di servizio.
Si prevede che i lavori della conferenza andranno avanti fino a notte inoltrata: il centro congressi rimarrà pertanto aperto 24 ore al giorno per tutta la durata dell’evento, con uno staff operativo di 5mila persone.
Fin dall’approvazione del protocollo di Kyoto, firmato nel 1997 e mai ratificato dagli Stati Uniti, il percorso di negoziazione sulle emissioni si è svolto in salita. Allo stato attuale non sono state prese decisioni di sorta rispetto al secondo periodo di applicazione del protocollo di Kyoto (il primo si esaurisce a fine 2012), né sul cosiddetto Green Fund, il fondo con il quale i paesi industrializzati dovrebbero facilitare quelli in via di sviluppo nello strutturare le proprie economie industriali in modo sostenibile.
Il fatto che la conferenza si svolga a Doha, capitale di un emirato che fonda la propria prosperità sul commercio di materie prime energetiche di origine fossile, non è certo neutro.
Lo stato del Qatar finanzia il proprio fondo sovrano tramite la vendita di petrolio e soprattutto di gas naturale, di cui è uno dei maggiori produttori al mondo. Il fondo vanta partecipazioni in multinazionali quali Shell, Total, Barclays, Volkswagen, solo per citarne alcune. Viene legittimamente da domandarsi come e quanto un paese con così radicati interessi nell’economia degli idrocarburi, posto alla presidenza della conferenza in quanto paese ospite, possa contribuire a far evolvere della situazione.

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