I cambiamenti climatici preoccupano anche la CIA

La CIA, Central Intelligence Agency, ha recentemente contribuito al finanziamento di 630.000 dollari per uno studio scientifico che mira a comprendere gli effetti del riscaldamento globale sulle attività umane e le potenzialità di alcune tecniche di geoingeneria volte proprio a modificare l’ambiente terrestre per bloccare o limitare i cambiamenti climatici.

Lo studio sarà svolto dalla National Academy of Sciences (NAS) e cofinanziato, oltre alla CIA, dal National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) e la NASA. Si tratta di un’inchiesta riguardante “un numero limitato di tecniche di geoingegneria, inclusi esempi di tecniche di gestione delle radiazioni solari (solar radiation management, SRM) e rimozione dell’anidride carbonica (carbon dioxide removal, CDR)”.
Il budget è piuttosto limitato per uno studio approfondito e la CIA non ha commentato la sua partecipazione al progetto, ma sarebbe interessante comprendere il nesso tra intelligence e cambiamenti climatici.

In realtà la CIA non è nuova a questi temi, l’anno scorso in tempi di spending review (se questa è la motivazione) chiuse il Climate Change Center che operò per tre anni e ora di nuovo partecipa ad un progetto di conoscenza a confermare ragionevolemente l’assunto per il quale i cambiamenti climatici ed eventuali risposte “ingegneristiche” hanno impatto sulle politiche energetiche nazionali e sugli equilibri politici mondiali. Per questo si cercherà di valutare alcune proposte scientifiche di manipolazione metereologica come un sistema di gestione delle radiazioni solari, un metodo che si basa sull’immissione nella stratosfera di particelle in grado di riflettere i raggi del Sole impendendo loro di giungere al suolo e contribuire ad alzare le temperature. Altre proposte riguardano invece la rimozione dell’anidride carbonica presente nell’atmosfera per limitare l’“effetto serra“.