L'ultimo Rapporto dell'IPCC sarà un punto di riferimento chiave per i leader mondiali che parteciperanno alla COP24 a Katowice il prossimo dicembre
Era il dicembre del 2015 quando l’Accordo di Parigi fu adottato da 195 nazioni alla COP21: proprio in quell’occasione fu stabilito l’obiettivo di combattere il cambiamento climatico mantenendo l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli pre-industriali, meglio ancora se il limite veniva posto entro 1,5°C.
Proprio sulla base di questi ‘confini sostenibili’ è stato prodotto il Rapporto Speciale sul Riscaldamento Globale dell’IPCC, l’Intergovernmental Panel on Climate Change, approvato sabato 6 ottobre 2018 ad Incheon, in Corea del Sud. Tre sono stati i gruppi di lavoro dell’IPCC che hanno collaborato a tal proposito:
Il messaggio chiave di questo Rapporto è che limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto a 2°C presenterebbe innumerevoli vantaggi ed eviterebbe tantissimi problemi. Non a caso il titolo completo del Rapporto risulta già di per sé molto esplicativo: “Riscaldamento globale di 1,5°C, un rapporto speciale dell'IPCC sugli impatti del riscaldamento globale di 1,5°C rispetto ai livelli del periodo pre-industriale e i relativi percorsi di emissioni di gas serra, in un contesto mirato a rafforzare la risposta globale alla minaccia dei cambiamenti climatici, allo sviluppo sostenibile, e agli sforzi per sconfiggere la povertà”.
Come si può notare dallo stesso titolo, dunque, si parla del cambiamento climatico e di tutte le ripercussioni che ha sulla società e sull’ambiente. Infatti il rapporto elenca una serie di eventi che potrebbero essere evitati limitando il riscaldamento globale a 1,5°C anziché a 2°C:
Come afferma Otto Pörtner, Co-Presidente del Working Group II dell'IPCC: "Ogni piccola quantità di riscaldamento in più ha importanza, specialmente per il fatto che un riscaldamento di 1,5°C o oltre aumenta il rischio associato a cambiamenti di lunga durata o irreversibili, come ad esempio la perdita di alcuni ecosistemi".
Una volta individuate le opportunità che si possono raggiungere con un riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C, è possibile anche cercare di capire come far sì che questo accada. Secondo il Rapporto dell’IPCC è fondamentale mettere in atto rapide e lungimiranti transizioni in molti settori della società stessa, come il suolo, l’energia, l’industria, l’edilizia, i trasporti e la pianificazione urbana. Questo perché le emissioni di CO2 prodotte dalle attività umane dovrebbero dimezzarsi rispetto ai livelli del 2010 entro il 2030, e azzerarsi intorno al 2050.
Rassicura Valerie Masson-Delmotte, Co-Presidente del Working Group I: “La buona notizia è che alcune delle azioni che sarebbero necessarie per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C sono già in corso in alcune regioni, ma avrebbero bisogno di un'accelerazione”.
Questo Rapporto sarà un riferimento scientifico essenziale nella Conferenza sui Cambiamenti Climatici che si terrà a Katowice in Polonia il prossimo dicembre: sarà infatti nell’ambito della COP24 che i governi riesamineranno il Trattato di Parigi e, come afferma Debra Roberts, Co-Presidente del Working Group II, “questo rapporto fornisce ai decisori politici e agli attori del settore le informazioni di cui hanno bisogno per prendere decisioni finalizzate ad affrontare i cambiamenti climatici tenendo in considerazione i contesti locali e i bisogni delle persone. I prossimi anni sono probabilmente i più importanti della storia”.
L’IPCC è l’organo mondiale leader per la valutazione della scienza dei cambiamenti climatici e delle loro possibili conseguenze. Il Rapporto sul Riscaldamento Globale è stato redatto da 91 autori e revisori provenienti da 40 Paesi. "Con le citazioni di oltre 6.000 riferimenti scientifici e il contributo di migliaia di esperti e di revisioni da parte dei governi di tutto il mondo, questo importante rapporto è una testimonianza della portata e della rilevanza politica dell'IPCC", ha affermato Hoesung Lee, Presidente dell'IPCC.