1 Ottobre 2013
Redazione
CAMBIAMENTO CLIMATICO
1 Ottobre 2013
Redazione

Il cambiamento climatico è una realtà: l’uomo agisca e i negazionisti riflettano

Dal blog di formiche.net l'ultimo post di Pierluigi Sassi, Presidente di Earth Day Italia

Qualche giorno fa l’IPCC (Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici) ha confermato le basi scientifiche del cambiamento climatico e ha confermano che non c’è assolutamente da stare allegri. L’uomo è responsabile del livello del mare aumentato, delle temperature roventi che colpiscono le città, degli uragani e tempeste che devastano colture e abitazioni, aggravando il già difficile periodo storico di crisi, delle siccità che rendono sempre più aride intere regioni che già patiscono la carenza di acqua.

L’uomo è certamente responsabile. Se nulla cambierà saranno guai.

Le proiezioni climatiche, infatti, mostrano che entro il 2100 la temperatura globale superficiale del nostro pianeta probabilmente raggiungerà 1.5oC oltre il livello del periodo 1850 – 1900 . Senza serie iniziative mirate alla mitigazione e alla riduzione delle emissioni globali di gas serra, l’incremento della temperatura media globale rispetto al livello preindustriale potrebbe superare i 2oC e arrivare anche oltre i 5oC.

Questo ci dice il Summary for Policy-Makers (SPM) del rapporto AR5 (Fifth Assessment Report). Non un documento politico ma un volume riguardante le basi scientifiche del cambiamento climatico, un rapporto che non sarà possibile dimenticare e che ogni politico che si rispetti dovrebbe tenere accanto al proprio letto sul comodino.

Il rapporto ha visto il coinvolgimento di 859 scienziati di tutto il mondo ed è stato sottoposto a due fasi di revisione da parte di esperti esterni e da esperti selezionati dai Paesi membri dell’IPCC (569 revisori nella prima fase e 800 nella seconda). Questi scienziati hanno avuto il compito importante di analizzare e valutare oltre 9.200 pubblicazioni scientifiche riguardanti le osservazioni degli indicatori climatici, i modelli climatici e le proiezioni climatiche.

Per evitare il peggiore degli scenari occorre ridurre drasticamente le emissioni serra nell'arco di pochi anni: migliorare drasticamente l’efficienza energetica tagliando immediatamente gli sprechi, puntare con decisione sulle fonti rinnovabili, sostenere con slancio e forza l'innovazione tecnologica e chiudere il prima possibile con i combustibili fossili. Un modello che i paesi più avanzati stanno già sperimentando e che potrebbe costituire anche il volano per far ripartire l'economia.

Nel frattempo mentre scrivo, osservo fuori dalla finestra ciò che l’IPCC vuole dire: c’è appena stato un temporale che non permetteva di guardare oltre un metro, la pioggia scendeva a secchiate e ora un sole caldo e umidissimo riscalda nuovamente la città. E’ già autunno da  10 giorni e nonostante l’acquazzone porto ancora la maglietta a maniche corte, la sera combatto contro le zanzare e dormo con il lenzuolo. Vivo a Roma e non a Cuba.

Mi chiedo allora: possibile ci sia ancora chi nega questi cambiamenti? Forse in questi ultimi anni è rimasto ancorato ad un mondo dove le stagioni si succedono in un ritmo regolare come nei racconti che fanno ancora le maestre agli alunni, in attesa che anche queste cambino sulla base delle evidenze dell’IPCC.

Summary for Policy-Makers del rapporto AR5

(http://www.climatechange2013.org/images/uploads/WGIAR5-SPM_Approved27Sep2013.pdf)

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