Sassi, Earth Day Italia: “Con questo prezioso documento, l'umanità intera viene messa di fronte ad una importante presa di coscienza. Difficilmente si potrà più chieder cosa viene prima tra uomo o natura”.
“ «Laudato si’, mi’ Signore», cantava san Francesco d’Assisi. In questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia.” Con l’invocazione di San Francesco nel Cantico delle Creature, Papa Francesco fa iniziare la sua Enciclica che proprio dalla stessa invocazione prende il nome: “Laudato si, sulla cura della casa comune”. Presentata questa mattina in conferenza stampa presso l’Aula Nuova del Sinodo in Vaticano, è stata da subito definita “l’Enciclica verde” di Francesco.
Intervenuti a spiegare gli elementi caratterizzanti il tanto atteso documento, il Cardinal Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace; il Metropolita di Pergamo Giovanni in rappresentanza del Patriarcato Ecumenico e della Chiesa Ortodossa; il professor Schellhuber, fondatore e direttore del Potsdam Institute for Climate Impact Research e la dottoressa Carolyn Who presidente del Chatolic Relief Services.
Da questo parterre di personalità si comprende fin da subito come Francesco abbia chiesto la collaborazione del mondo scientifico, economico e soprattutto alla Chiesa Universale che si è unita al Santo Padre in questa chiamata alla responsabilità verso la nostra Casa Comune. Perché la questione ambientale non conosce ideologie, ne fede religiosa, ma ci riguarda tutti.
Ma il carattere di maggiore novità lo da sicuramente la modalità di presentazione dell’Enciclica stessa: circa un mese fa, infatti, il Papa ha inviato il documento a tutti i vescovi del mondo, con l’obiettivo di diffonderla in tutte le diocesi.
Fil rouge di tutto il documento è San Francesco e il suo pensiero. Il Poverello d’Assisi infatti, come si legge nel documento, non solo è fonte dì ispirazione ma è «l’esempio per eccellenza della cura per ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità. […] In lui si riscontra fino a che punto sono inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore». Bergoglio parte dal presupposto che c’è un legame indissolubile fra l’uomo e la Terra che abita. Il nostro Pianeta non è solo una “cornice” immobile dove l’uomo può fare ciò che vuole, ma noi ne siamo compenetrati, siamo parte di essa. “Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, afferma Francesco, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora”. Proprio per questo maltrattandola, umiliandola, umiliano noi stessi.
Ora questa terra, maltrattata e saccheggiata si lamenta e i suoi gemiti si uniscono a quelli di tutti gli abbandonati del mondo. Bisogna ascoltarli, afferma il Santo Padre, e sollecita tutti, ad una conversione ecologica usando le stesse parole di San Giovanni Paolo II: “La distruzione dell’ambiente umano è qualcosa di molto serio, non solo perché Dio ha affidato il mondo all’essere umano, bensì perché la vita umana stessa è un dono che deve essere protetto da diverse forme di degrado. Ogni aspirazione a curare e migliorare il mondo richiede di cambiare profondamente gli «stili di vita, i modelli di produzione e di consumo, le strutture consolidate di potere che oggi reggono le società”.
Ma l’uomo fortunatamente non è solo distruttore e il Santo Padre riconosce che “l’umanità ha ancora la capacità di collaborare per costruire la nostra casa comune. Desidero esprimere riconoscenza, incoraggiare e ringraziare tutti coloro che, nei più svariati settori dell’attività umana, stanno lavorando per garantire la protezione della casa che condividiamo. «L’essere umano è ancora capace di intervenire positivamente» e quindi «non tutto è perduto, perché gli esseri umani, capaci di degradarsi fino all’estremo, possono anche superarsi, ritornare a scegliere il bene e rigenerarsi».
L’Enciclica si sviluppa in sei capitoli legati insieme da una semplice e allo stesso tempo perentoria domanda che il Santo Padre pone all’umanità: che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi? E non si tratta solo di ambiente, sarebbe troppo riduttivo spiega Francesco. Riguarda il senso stesso dell’esistenza umana: per quale fine siamo qui? per quale scopo lavoriamo e lottiamo? Se non ci poniamo queste domande, afferma Francesco, “non credo che le nostre preoccupazioni ecologiche potranno avere effetti concreti”.
Bergoglio conclude il suo documento con una proposta concreta, quella cioè di una «ecologia integrale, che comprenda chiaramente le dimensioni umane e sociali» inscindibilmente legate con la questione ambientale”. In questa prospettiva, propone di avviare a ogni livello della vita sociale, economica e politica “un dialogo onesto, che strutturi processi decisionali trasparenti, e ricorda che nessun progetto può essere efficace se non è animato da una coscienza formata e responsabile, suggerendo spunti per crescere in questa direzione a livello educativo, spirituale, ecclesiale, politico e teologico”.
“Oggi è stata presentata l'enciclica ambientale di Papa Francesco «Laudato si’, sulla cura della casa comune», destinata ad avere effetti duraturi e rivoluzionari nel dibattito mondiale sulla crisi sociale ed ambientale, ha commentato Pierluigi Sassi, Presidente di Earth Day Italia.
“Con questo prezioso documento, prosegue Sassi, l'umanità intera viene messa di fronte ad una importante presa di coscienza. Difficilmente si potrà più chieder cosa viene prima tra uomo o natura. Difficilmente si potranno più tenere separate crisi sociale e crisi ambientale. Esiste una sola crisi e una sola grande questione che coinvolge l'intero creato insegna Papa Francesco. Il messaggio del Papa ci richiama alla responsabilità di tutti e di ognuno nella cura della casa comune. Ci invita alla conversione ecologica e al rispetto di sorella Natura, superando per sempre la visione di un uomo dominatore. Punta l'indice sulla necessità di ripensare economia e sviluppo; Bergoglio è duro con il mondo della finanza che non aiuta né l'uomo nè l'ambiente e che ha perso perciò di significato”.
“Ecco l'aspetto forse più rivoluzionario di questa enciclica, afferma Sassi. “La domanda che il Papa ci invita a porci di nuovo, ci invita a chiederci di nuovo che senso ha la nostra vita, per quale scopo lavoriamo e a ripartire da qui. Sono parole che non invitano all'ideologia ma all'azione, azioni positive di armonia con l'ambiente che abbiamo intorno per tornare a dare un senso complessivo alla nostra presenza sulla Terra.
“A sottolineare il carattere rivoluzionario di questa enciclica, c'è anche la modalità di presentazione di questa lettera, inviata a tutti i vescovi del mondo, a tutte le Chiese del mondo perché le parole del pontefice diventino vita nei territori e semi da coltivare per tornare a rendere più verde la Terra.
I governi che si riuniranno a Parigi a dicembre, conclude il presidente di Earth Day Italia. non potranno più perdersi in tecnicismi e in confronti muscolari dei più forti contro i più deboli. Il Papa ha ridato dignità a coloro che vorranno realmente "cambiare rotta". E' una bellissima giornata che riconnette l'uomo con se stesso e con il creato, spingendo tutti noi a superarsi positivamente, a scegliere il bene e a rigenerarsi come uomini e come Pianeta.