22 Dicembre 2014
Stefania Galli
CAMBIAMENTO CLIMATICO
22 Dicembre 2014
Stefania Galli

Lima2014, per le riduzioni delle emissioni, i Paesi devono essere più ambizioni

Una chiacchierata con Sergio Castellari sull’Ultima Conferenza delle Parti sul Clima di Lima

Sergio Castellari, del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, ha risposto alle domande di Earth Day Italia intervenendo su A Conti Fatti, rubrica trasmessa dalle frequenze di Radio Vaticana Italia.

Dottor Castellari come legge i risultati di Lima? Ce la faremo a mantenere la temperatura sotto i 2 gradi?
I risultati di Lima si possono leggere prima di tutto in una maniera positiva: nonostante le 30 ore di ritardo, per la prima volta nel processo UNIPCC, i paesi hanno raggiunto un accordo per definire meglio un percorso che porti ad un accordo globale alla COP 21 di Parigi. Il percorso negoziale, quindi, va avanti, e i prossimi appuntamenti prima di Parigi ci saranno a Ginevra in febbraio e a Bonn in giugno. Dall'altra parte però gli impegni attuali di riduzioni delle emissioni messi sul campo da alcuni paesi non sono sicuramente molto ambiziosi. In ottobre si dovrà fare una valutazione di tutti gli impegni di riduzione presi dai paesi. Ma allo stato attuale, così come si vede dal documento, è probabile che non si riuscirà a mantenere l’obiettivo di riduzione delle emissioni e mantenere un riscaldamento globale sotto i 2 gradi rispetto al livello preindustriale, mettendo insieme tutti i contributi volontari dei paesi. I paesi, sia quelli sviluppati che ad economia emergente, devono essere più ambiziosi.

Nella Lima Call For Climate Action, hanno assunto un grande ruolo i “tecnici”. I piani che saranno presenti dai singoli paesi saranno sottoposti al giudizio tecnico di specialisti. È una novità?
Si tratta dei contributi volontari nazionali: tutti i paesi dovrebbero fornire le loro proposte di riduzione di emissione entro il primo trimestre del 2015. Il technical paper che ne seguirà, sarà poi sviluppato dal segretariato verso ottobre/novembre del 2015. Questi contributi volontari determinati nazionalmente, verranno analizzati e si cercherà di accordarsi sull'uso dello stesso anno di riferimento. Ogni paese, oggi, può proporre una riduzione delle edimissioni rispetto a un proprio anno di riferimento: ad esempio l'Europa usa sempre il 1990, l'anno di riferimento del protocollo di Kyoto; gli Stati Uniti e la Cina, nel loro accordo recente, usano come riferimento il 2005. Tutto questo a mio parere dovrebbe essere normalizzato. Non è la prima volta che viene chiesto il giudizio di specialisti: già il protocollo di Kyoto ha richiesto un importante impegno tecnico per i carbon sinks.

Al di là delle grandi strategie internazionali, quanto è importante il ruolo del singolo cittadino nei cambiamenti climatici? Sono osservatori immobili oppure devono partecipare attivamente?
Alla Conferenza delle Parti di Lima hanno partecipato circa 11mila persone, la metà delle quali erano delegati nazionali, mentre l'altra metà veniva da organizzazioni non governative, intergovernative, organizzazioni scientifiche, e dal business sector. Le NGO nazionali o internazionali sono fondamentali in questi processi: essendo composte da cittadini, hanno un ruolo importante nel sensibilizzare e stimolare i paesi ad impegnarsi di più nella riduzione delle emissioni. I singoli cittadini, da parte loro, devono cercare di mantenersi informati su questo processo negoziale. Quest’anno purtroppo non c'è stata una grande copertura mediatica dell’evento. Ma un cittadino può anche cercare di impegnarsi, nel suo piccolo, a mantenere uno stile di vita più sostenibile e attento all’ambiente.

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