Sembra una strana coincidenza mentre nelle Filippine si cerca di fare una stima delle vittime del passaggio del tifone Haiyan a Varsavia si apre la "XIX Cop", conferenza delle Nazioni Unite per la difesa della stabilità del clima. L’ultimo rapporto IPCC ha cancellato qualsiasi dubbio alle teorie che vogliono questi mutamenti repentini frutto del caso o dovute a ciclicità varie. Il rapporto sancisce che il 95% di probabilità delle variazioni climatiche è dovuta all’impatto che la specie umana ha avuto sul clima modificandolo. Un vero e proprio continuo “progresso” verso la distruzione delle possibilità di vita sulla Terra e per la Terra.
Il tempo rimasto non va assolutamente sprecato. Per questo fine si stanno studiando dei sistemi per la difesa degli ecosistemi a lungo termine, basandoli in primis sulla Green Economy. Il passaggio a politiche economiche che prescindano dal rapporto con l’ambiente non è più una possibilità percorribile. In questo settore si è sviluppato un modello molto semplice, nella forma e nella sostanza, dal quale poter operare ogni scelta che si basa sul principio ineludibile del: chi inquina paga. Partendo da questa “prima pietra” si possono strutturare tutte le scelte politiche, e sono queste le tematiche che verranno affrontate dai Paesi ONU in Polonia.
Il rilancio dell’ormai famigerato Protocollo di Kyoto non può essere, come sempre è stato finora, solo uno specchio per le allodole. Da quando è stato firmato le emissioni serra sono aumentate, dal 1990 addirittura del 32%. Inoltre in questi anni il cambiamento geografico industriale ha mutato le aree di inquinamento globali, fatto che dimostra come le politiche per l’ambiente vadano concertate sempre a livello mondiale per poter ottenere dei risultati apprezzabili.In questo senso si possono analizzare anche diversi dati che dimostrano come il tempo che resta per poter realmente salvare genere umano e natura si stia assottigliando.
Il livello dei mari nel 2013 crescerà di 3,2 millimetri che sembrerebbe irrisorio, ma che in realtà corrisponde al doppio rispetto gli aumenti annuali che si registravano lo scorso secolo e che non superavano 1,6 millimetri. Conferma ulteriore dei mutamenti in atto è quella che riguarda le temperature. Il 2013 entrerà nella”top ten” degli anni più caldi registrati dal 1850. Su questi numeri si deve ragionare attentamente, anche perché sempre più spesso le cronache mondiali ci costringono a fare i conti con migliaia e migliaia di persone che periodicamente pagano con la vita il conto che madre natura implacabile fa pagare alla sua specie più intelligente che ospita, che purtroppo si sta rivelando anche la più parassitaria.