Cardinali, Patriarchi e Vescovi di tutto il mondo firmano un appello in vista dell'attesa conferenza di Parigi sui cambiamenti climatici
Cardinali, Patriarchi e Vescovi di tutto il mondo, rappresentanti le istanze continentali delle Conferenze episcopali nazionali hanno siglato un appello rivolto a quanti negoziano la COP 21 a Parigi, invitandoli a lavorare per l'approvazione di un accordo sul clima che sia equo, giuridicamente vincolante e generatore di un vero cambiamento.
La speranza, si legge nel comunicato congiunto, è che "dai negoziati della COP 21 di Parigi emerga un accordo sul clima giusto e giuridicamente vincolante"
Dopo aver richiamato il messaggio che Papa Francesco con l'enciclica Laudato Sì ha voluto lanciare per sottolineare da una parte la necessità di un'attenzione sulle conseguenze irreparabili dei cambiamenti climatici già in atto e dall'altra la considerazione che a pagare più degli altri le conseguenze della politica mondiale in tema di ambiente saranno i popoli più frafgili del Pianeta, i firmatari dell'appello avanzano dieci proposte politiche specifiche:
1 - tenere a mente non solo le dimensioni tecniche, ma soprattutto quelle etiche e morali dei cambiamenti climatici, di cui all’articolo 3 della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC).
2 - accettare che il clima e l’atmosfera sono beni comuni globali appartenenti a tutti e destinati a tutti.
3 - adottare un accordo globale equo, generatore di un vero cambiamento e giuridicamente vincolante sulla base della nostra visione del mondo che riconosce la necessità di vivere in armonia con la natura e di garantire il rispetto dei diritti umani per tutti, compresi quelli dei popoli indigeni, delle donne, dei giovani e dei lavoratori.
4 - mantenere l’aumento della temperatura globale e di fissare un obiettivo per la completa decarbonizzazione entro la metà del secolo, al fine di proteggere le comunità che in prima linea soffrono gli impatti dei cambiamenti climatici, come quelle nelle isole del Pacifico e nelle regioni costiere.
5 - generare nuovi modelli di sviluppo e stili di vita che siano compatibili con il clima, affrontare la disuguaglianza e portare le persone ad uscire dalla povertà. Fondamentale per questo è porre fine all’era dei combustibili fossili, eliminandone gradualmente le emissioni, comprese le emissioni provenienti da militari, aerei e marittimi, e fornendo a tutti l’accesso affidabile e sicuro alle energie rinnovabili, a prezzi accessibili.
6 - garantire l’accesso delle persone all’acqua e alla terra per sistemi alimentari sostenibili e resistenti al clima, che privilegino le soluzioni in favore delle persone piuttosto che dei profitti.
7 - garantire, a tutti i livelli del processo decisionale, l’inclusione e la partecipazione dei più poveri, dei più vulnerabili e dei più fortemente influenzati.
8 - garantire che l’accordo 2015 offra un approccio di adattamento che risponda adeguatamente ai bisogni immediati delle comunità più vulnerabili e che si basi sulle alternative locali.
9 - riconoscere che le esigenze di adattamento sono condizionate dal successo delle misure di attenuazione adottate. I responsabili del cambiamento climatico hanno l’onere di assistere i più vulnerabili nell’adattarsi e nel gestire le perdite e i danni e nel condividere la tecnologia e il know-how necessari.
10 - fornire roadmap chiare su come i paesi faranno fronte alla fornitura di impegni finanziari prevedibili, coerenti ed aggiuntivi, garantendo un finanziamento equilibrato delle azioni di attenuazione e delle esigenze di adattamento.