Nasce il G124, un team di architetti che durante il primo anno di lavoro si è occupato delle periferie di tre grandi città, Torino, Roma e Catania. Nella capitale è stata riqualificata la zona sotto il viadotto dei presidenti prima in stato di abbandono, ora di nuovo ‘spazio della città’
Aria irrespirabile, rumore insopportabile, traffico caotico, disordinata e spesso inutile espansione edilizia: è questa in molti casi, la situazione della nostre città. Ma le città possono sicuramente essere vissute in maniera diversa ed il nord Europa ce lo insegna. Dalla mobilità alla gestione dei rifiuti passando per la riqualificazione energetica degli edifici, sono tantissime le iniziative che si possono mettere in campo. Sono soprattutto le periferie ad averne bisogno, ed è con questo intento che è nato il Gruppo G124.
L’idea è nata dall’architetto Renzo Piano a pochi giorni dalla sua nomina a senatore a vita tanto che il gruppo prende il nome dalla stanza a lui assegnata a Palazzo Giustiniani, la numero 24 al 1 piano dove il gruppo lavora su diversi temi che riguardano le periferie: l’adeguamento energetico, il consolidamento e il restauro degli edifici pubblici, i luoghi d’aggregazione, la funzione del verde, il trasporto pubblico e i processi partecipativi per coinvolgere gli abitanti nella riqualificazione del quartiere dove vivono.
Il progetto si basa sulla formazione continua di un gruppo di giovani architetti, con l’obiettivo di formare una nuova classe di persone e professionisti responsabili ed attenti al proprio territorio. Il gruppo è composto da 6 giovani architetti, tutti con regolare contratto e retribuiti interamente con i soldi che Piano percepisce per la sua attività parlamentare, affiancati da tre architetti esperti: il loro obiettivo, per il primo anno di lavoro, è stato quello di realizzare tre progetti per le periferie di tre grandi città, Torino, Roma e Catania.
"Siamo andati a scoprire le scintille d'energia nascoste nelle periferie, per riqualificare e dare nuova dignità a luoghi che, nonostante tutto, possiedono una loro bellezza. Ma ora basta con la costruzione di nuove periferie: dobbiamo trasformare ciò che c'è, costruire sul costruito. Solo così potremo avere città davvero sostenibili". Così Renzo Piano al Sole24Ore ha sintetizzato un anno di lavoro dei giovani architetti di G124.
Nella Capitale in particolare il progetto si è chiamato “sotto il viadotto” e ha coinvolto il territorio che si estende tra il fiume Aniene e la Riserva Naturale della Marcigliana. I giovani progettisti Eloisa Susanna e Francesco Lorenzi, coordinati dall’architetto Massimo Alvisi, hanno riqualificato il viadotto dei presidenti. Il viadotto nasce su un tracciato previsto dal PRG (piano regolatore generale) del 1962 e avrebbe dovuto formare la testa nord di un sistema viario ad alto scorrimento. Dal momento della sua costruzione lo spazio destinato alla ferrovia è stato trascurato e lasciato in abbandono, gli accessi sono rimasti incompiuti e le strutture già realizzate hanno subito il degrado e utilizzi impropri. E’ da questi spazi che si può partire per le città sostenibili di domani come spiega Susanna Eloisa alla trasmissione VIP - Very Important Planet, andata in onda su Radio LatteMiele questa mattina (ASCOLTA LA PUNTATA): “Sarebbe anche più corretto iniziare a pensare non più alla periferia ma ad una metropolitana, una città che ha in sé delle centralità e delle potenzialità e opportunità che devono essere messi a sistema”. L’intero viadotto è stato è stato trasformato in un parco lineare, senza ulteriore consumo di suolo, dove far nascere piste ciclabili, botteghe e laboratori di quartiere, officine per le biciclette, tutto rigorosamente costruito con materiali di recupero e con la collaborazione dei cittadini perché “si parte dal presupposto che sia indispensabile ascoltare e conoscere il territorio”, continua la progettista.