Parte dal Politecnico il censimento di aree ed edifici abbandonati baresi

Un team di ricerca dell'università barese ha analizzato la situazione urbanistica del capoluogo

L’architetto Francesca Calace docente di urbanistica al Politecnico di Bari si è fatta promotrice del progetto di censimento di aree ed edifici abbandonati nel capoluogo pugliese.
Insieme al suo team si è resa protagonista di un’accurata analisi della situazione urbanistica della città e lo studio ha permesso di raccogliere dati importanti riguardanti anche altre città di simile grandezza.

La mappatura del territorio è stata effettuata utilizzando un metodo incrociato attraverso strumenti come Google Earth e Google Street View. Le immagini mostrano che ben 25.120.551 mq del territorio barese sono occupati da edifici dismessi o da cosiddette aree antropizzate vuote, destinate cioè a nuove strutture, ma non ancora realizzate.
Obiettivo ultimo dello studio è quello di promuovere innanzitutto la conoscenza tra i cittadini delle diverse situazioni di abbandono, incentivando una consapevolezza più matura dell’urbanistica e del territorio, per poi cercare di rimuovere tali criticità. La stessa criticità rilevata nel comune di Bari è riscontrabile in tutta la Regione Puglia (tra gli altri impianti produttivi, aree militari, edilizia pubblica, relitti di infrastrutture, ed anche edifici di rilevanza storico- culturale.

Fondamentale, dopo questa analisi, è rafforzare il rapporto tra luoghi abbandonati e il potenziale riuso; un riuso positivo, nuovo, capace di modificare non solo la funzione di quel luogo ma anche il suo sistema di valori e significati, per creare qualcosa che, rispettando il territorio e l’ambiente e impedendo l’ulteriore consumo di suoli, in altra maniera non sarebbe mai esistito.
Destinatari favoriti sono le fasce giovanili della popolazioni, con l’obiettivo di promulgare attività di associazioni culturali, iniziative sociali, eventi che riguardino la cultura, la musica, l’arte, lo stare insieme e il fare comunità, il giardinaggio, l’artigianato.
La riqualificazione del territorio dal punto di vista urbanistico vede coinvolti i cittadini, gli abitanti, in un’unica comunità, per un riuso bello, utile e nuovo di luoghi dimenticati dal tempo, dalle istituzioni, dall’uomo, luoghi abbandonati e dismessi, cadenti in pezzi, talvolta pericolosi, inutilizzati e quindi non amati.
Occorre promuovere degli usi, sebbene temporanei e reversibili, dei vari edifici, diminuendo i tempi per la realizzazione di opere pubbliche. Per vivere bene nelle proprie città, non si può non tenere in considerazione il recupero di tali edifici ed aree. L’attivismo cittadino è dunque mezzo ineguagliabile per avere dei risultati che altrimenti non sarebbero mai raggiunti.

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