Un Comune toscano di circa 47.000 abitanti ha adottato, per primo nel Bel Paese, la strategia Rifiuti Zero. Importata direttamente dalla California, ma adattata senza pecca alcuna alle esigenze della cittadina. Ne abbiamo parlato con il Sindaco Giorgio del Ghingaro
Esempio di quell’Italia virtuosa, quella che studiamo e raccontiamo con il sorriso, è il Comune di Capannori, nella provincia di Lucca. Grazie alla lungimiranza del Sindaco Giorgio del Ghingaro, su proposta del maestro di scuola elementare e in seguito vincitore del “Nobel all’Ambiente”, Rossano Ercolini, in Toscana si avvia, per la prima volta in Italia e in Europa, la Strategia Rifiuti Zero. Importata dalla California dove, nella città di San Francisco, il programma Zero Waste funziona perfettamente - così bene da far consentire livelli di raccolta differenziata oltre l’85% -, ma adattata senza pecca alcuna alle esigenze della cittadina toscana. E Capannori attira l’attenzione anche oltreoceano, tanto da consegnare il Goldman Environmental Prize al fautore della strategia in Italia. Si tratta, a pieno titolo, di quel lato bello della tutela ambientale, quello degli obiettivi raggiunti: modello da imitare, senza riserve. Per capire meglio come ne abbiamo parlato proprio con il Sindaco:
Ci racconta quando e come il Comune di Capannori ha avviato la strategia Rifiuti Zero?
Capannori ha adottato la strategia Rifiuti Zero ormai da alcuni anni e siamo stati il primo Comune italiano ad aderire a questa iniziativa internazionale. L'ho fatto su suggerimento di un ambientalista, Rossano Ercolini, che alcuni mesi fa ha ottenuto il Goldman Prize, l'equivalente del Nobel all’Ambiente. Ercolini, che vive e lavora a Capannori, mi propose di valutare e approfondire la possibilità di aderire alla strategia Rifiuti Zero. Dopo un percorso avviato come giunta abbiamo deciso di iniziare quest'avventura straordinaria che ci ha portato a ottenere risultati rilevanti.
E quali sono i livelli di raccolta differenziata raggiunti?
I livelli della nostra raccolta differenziata, monitorati mese per mese, si aggirano attorno all'85; ma il dato più significativo, quello che a noi interessa di più, accanto alla raccolta differenziata, è il calo complessivo dei rifiuti. La strategia Rifiuti Zero serve proprio a questo e si è sviluppata su due fronti importanti: il primo è l'aumento della raccolta differenziata tramite il servizio porta a porta, il secondo riguarda una serie di micro iniziative che portano alla diminuzione complessiva del rifiuto. Ad esempio: noi abbiamo implementato sul territorio degli interventi per la diminuzione delle plastiche, abbiamo tolto tutta l'acqua in bottiglia dagli edifici scolastici e da quelli pubblici, abbiamo riqualificato quindici sorgenti, rendendole pubbliche e gratuite, a disposizione dei cittadini. Si riesce così a usufruire, per prendere l'acqua, delle stesse bottiglie di vetro, senza andare al supermercato a comprare quelle di plastica. Sono stati impiantanti tre distributori di latte alla spina su tutto il territorio, sempre al fine di evitare l'utilizzo di plastica come contenitore. Tutto questo, ma anche molte altre iniziative simili hanno permesso di ridurre complessivamente i rifiuti, ripeto, del 35% fino a oggi. In termini economici significa molto: minore rifiuto che va in discarica.
Quanti Comuni o città, dopo Capannori, hanno deciso di adottare la stessa strategia. E quanto è applicabile a una grande metropoli?
I comuni che aderiscono oggi alla strategia Rifiuti Zero sono circa 150,e mentre eravamo soli fino a sei anni fa adesso siamo in buona compagnia e c'è anche Napoli, che ha un milione di abitanti e che ha avviato il programma un anno e mezzo fa e che sta ottenendo risultati interessanti. Se una metropoli può aderire alla strategia Rifiuti Zero e può avere, diciamo così, dei risultati efficaci? Direi di sì, perché noi abbiamo copiato la strategia San Francisco. E' una città americana enorme, che da tempo attua il programma Zero Waste con obiettivi raggiunti importantissimi. C’è di più, la scorsa settimana ho ricevuto una cordialissima visita da parte dei dirigenti dell'azienda romana che gestisce lo smaltimento dei rifiuti: sono venuti proprio da noi per valutare come strutturare la strategia Rifiuti Zero nella Capitale. Sono molti i comuni italiani che vengono a Capannori per conoscere quello che noi facciamo. In realtà io sostengo sempre che facciamo cose normalissime, nulla di straordinari; semplicemente ci crediamo: sia noi amministrazione sia i nostri cittadini (circa 47mila). Ormai è diventata una questione di vanto fare la raccolta differenziata e riuscire a produrre meno rifiuti. E cerchiamo di migliorare ogni giorno.
Appunto un vanto, come giustamente lei ha sottolineato, ma anche una responsabilità nel mantenere gli obiettivi raggiunti e migliorarsi…
Assolutamente sì, noi cerchiamo sempre di fare cose migliori nell'interesse dell'ambiente. Da gennaio abbiamo varato "la tariffa puntuale": facciamo pagare i nostri cittadini a seconda del quantitativo di rifiuto indifferenziato che producono, quindi chi conferisce meno rifiuto meno paga. Tale indicazione è contenuta nelle norme di legge spesso disattese, ma noi dal primo gennaio di quest'anno abbiamo varato anche la tariffa puntuale. È un percorso che per noi non è soltanto virtuoso, ma anche di costruzione di una comunità, quello che cerchiamo di fare a Capannori, perché attraverso queste piccole pratiche quotidiane c'è una partecipazione civica molto attiva che riesce a costruire una vera e propria comunità coesa.