16 Dicembre 2017
Dario Caputo
CICLO DEI RIFIUTI
16 Dicembre 2017
Dario Caputo

L’Italia del riciclo 2017. Il nostro Paese tra le eccellenze europee nella gestione dei rifiuti

Il rapporto presentato a Roma sul riciclo dei rifiuti nel nostro paese ha dimostrato che le industrie del settore continuano a produrre risultati positivi. Le migliori performance sono quelle della filiera della carta e dell’acciaio, con un recupero rispettivamente dell’80 e del 77%

A Roma, è stato presentato per l’ottavo anno consecutivo  il rapporto “L’Italia del Riciclo, l’unico studio annuale sul riciclo dei rifiuti nel nostro Paese che rappresenta una delle fonti a cui la Commissione europea fa riferimento per analizzare lo stato di evoluzione delle politiche di sostenibilità ambientali in Italia. Dal lavoro, che è stato promosso e realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e da FISE Unire, l’associazione che rappresenta le aziende del recupero dei rifiuti, è emerso che l’industria nazionale del riciclo continua a crescere: nel 2016 è stato infatti recuperato il 67% degli imballaggi e sono stati trattati quantitativi sempre maggiori di rifiuti provenienti da raccolte differenziate, soprattutto umido e tessile, e da apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE). Il lavoro svolto dal nostro paese ha fatto si che l’Italia raggiungesse dei livelli di eccellenza nel settore del riciclaggio dei rifiuti; inoltre sempre l’Italia e l’Europa in generale,  sta rilanciando sempre di più le politiche del settore, andando ad ottenere una maggiore circolarità delle risorse. Nel 2016 è stata raggiunta la quota di 8,4 milioni di tonnellate di imballaggi avviate a riciclo, il 3% in più rispetto al 2015; i dati migliori sono stati riscontrati nelle filiere di alluminio, acciaio e legno. Sono rimasti stabili invece quelli relativi alla carta (80%) e all’acciaio (77,5%); per quanto riguarda i rifiuti organici, che rappresentano la parte principale dei rifiuti che vengono riciclati, anche qui è stato registrato un aumento di percentuale: dal 40% del 2011 si è passati al 41,2% nel 2016, raggiungendo i 107,6 kg per abitante.

Un grande lavoro è stato svolto anche nel settore degli pneumatici fuori uso (PFU) con 135 mila tonnellate di materia garantita all’avvio di recupero e 137 mila tonnellate all’avvio di recupero energetico. Non si può dire lo stesso dei veicoli fuori uso (ELV) in quanto, a causa anche dell’assenza di forme di recupero energetico, i target europei non sono stati raggiunti. Si conferma, invece, l’eccellenza italiana degli oli minerali usati con oltre il 99% degli oli gestiti avviati a rigenerazione; cresce anche la raccolta degli oli vegetali esausti che tocca le 65 mila tonnellate (+5% vs 2015). Il campo dei rifiuti tessili, pur essendo molto giovane, ha fatto registrare dei risultati positivi con il 73% dei Comuni che ha effettuato il servizio di raccolta differenziata: in questo settore vi è stato un aumento del 3,3% rispetto al 2015. Per quanto riguarda la raccolta pro-capite di RAEE da superficie domestica relativa all’anno 2014, questa ha raggiunto, secondo i dati dell’EUROSTAT, i 3,5 kg per l’abitante l’anno; mentre il consumo di pile e accumulatori portatile si è assestato attorno al 39%.

Grazie al contributo di Ecocerved, è stato possibile avere anche una visione di insieme circa  l’evoluzione della gestione dei rifiuti in Europa, ponendo particolare attenzione all’Italia, da quando è stato emanato il D.Lgs 22/97. Ciò che è emerso è che il 51% del totale dei rifiuti, gestiti in Europa nel 2014, risulta oggi avviato a recupero e il 49% a smaltimento; risultati importanti sono stati raggiunti soprattutto dall’Italia e dalla Germania poiché l’incidenza del recupero sul totale trattato è stata significativamente superiore alla media europea, con punte del 79%, dieci punti percentuale in più rispetto alla Francia. Nell’UE, il settore della gestione dei rifiuti ha genera un fatturato complessivo di 155 miliardi di euro e ha prodotto quasi 50 miliardi di euro di valore aggiunto, il 10% in più rispetto al 2011. Tali risultati impattano positivamente anche a livello economico con la Germania che si attesta sui livelli più alti, mentre il paese con la maggiore accelerazione nel tempo è la Spagna (+25% di fatturato e +50% di valore aggiunto dal il 2011). L’Italia, con più di 23 miliardi di euro, pesa per il 15% del fatturato complessivamente generato dal settore della gestione dei rifiuti in Europa nel 2014.

Dal Rapporto si evince quindi che, dal 1999 al 2015, a livello nazionale, la quantità di rifiuti destinata al recupero è aumentata da circa 29 a 64 milioni di tonnellate, mentre l’avvio a smaltimento si è ridotto da 35 a 18 milioni di tonnellate. Nel 2015 il 55% dei rifiuti gestiti è stato avviato a recupero, il 16% a smaltimento e il 29% a pretrattamenti, registrando così un aumento rispetto al 1999 in tutti e tre i campi. Lo stesso trend positivo si è registrato sui rifiuti urbani e sulla raccolta differenziata con un deciso rafforzamento dell’avvio a recupero e della marginalizzazione dello smaltimento.

Per quanto riguarda invece il tessuto imprenditoriale, nell’anno 2015, si è registrata una diminuzione delle imprese che gestiscono rifiuti, a titolo di attività principale o secondaria, rispetto al 1999: sono ad oggi 10.500.Ciò è stato causato da processi di concentrazione e integrazione aziendale, dall’aumento delle società di capitale e da una riduzione costante delle imprese individuali, che si sono praticamente dimezzate tra il 1999 e il 2015, a testimonianza di una progressiva industrializzazione del settore. Nonostante questo trend negativo è stato dimostrato che l'Italia, con più di 23 miliardi di euro, pesa per il 15% del fatturato complessivamente generato dal settore della gestione dei rifiuti in Europa nel 2014. In generale invece l'industria del riciclo ha prodotto 12,6 miliardi di euro di valore aggiunto nel 2015, equivalenti a circa l'1% dell'intero Pil.  

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