7 Novembre 2015
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CUSTODIRE IL CREATO
7 Novembre 2015

In marcia per realizzare i sogni

Dalla banca delle Beatitudini, che Domenica 8 novembre marcerà per la Terra, la storia di una giovane ragazzo in fuga dalla guerra che oggi può sperare per il futuro

di Maria Cataldo

"Sono nata il ventuno a primavera, ma non sapevo che nascere folle, aprire le zolle potesse scatenar tempesta"

Così scrive Alda Merini.
Ogni volta che rileggo questi versi penso al modo in cui si presentano molte persone che hanno sofferto, non cominciando dal nome, ma dal luogo e dalla data di nascita come per certificare il loro essere nati.
E così infatti si è presentato Alen Ehsani, una delle tante persone che fanno parte della Banca delle Beatitudini. La sua storia somiglia a quella di tanti ragazzi di Kabul con una disperazione da cui fuggire e desideri da realizzare.
Alen ha realizzato molti dei suoi e dal 19 settembre di quest’anno non è più “il ragazzo di kabul”, ma il dottor Ehsani, laureato in giurisprudenza.

La sua storia comincia 32 anni fa.

“Sono nato a Kabul il 27 luglio 1983 e non ho mai visto il mio Paese in pace:  andavo a scuola con pochi libri nelle mani sudate e la paura sotto la pelle perché certo di camminare per 50 minuti tra guerra, sangue e morti per le strade.  I professori giravano per la scuola armati per tutelarsi e tutelarci. Avevo 8 anni. Alle 14 tornavo da scuola e se ritardavo un po’ trovavo mia mamma che mi aspettava davanti casa con le mani sul mento giunte e gli occhi umidi di lacrime per la paura che mi avessero rapito o ucciso.

Un giorno ritornando da scuola la trovai davanti casa che piangeva disperatamente, la rassicurai subito: Mamma sono qui va tutto bene, ma non andava bene perché un gruppo armato aveva portato via papà e non avevamo soldi per farlo liberare. Così mio fratello, più grande di pochi anni di me cominciò a lavorare per avere i soldi per liberarlo.
Dopo la liberazione di papà vivevamo sempre più nel terrore.  Da lì a breve ritornando da scuola trovammo i nostri genitori trucidati nella casa distrutta. Così mio fratello decise anche per me, scappammo via solo con il nostro straziante dolore, il cuore in tumulto, gli occhi pieni di polvere lavati con le lacrime. Mio fratello mi rassicurava, Ali non preoccuparti, siamo come gli uccelli liberi nel cielo se oggi è nuvoloso qui, noi andiamo di là cosi siamo arrivati in Iran e quando è diventato “nuvoloso” siamo partiti per la Turchia a piedi con pochi soldi nelle scarpe, quando non riuscivo più a camminare mio fratello mio portava sulle sue spalle.
In Turchia mio fratello lavorava saltuariamente, io non potevo andare a scuola perché non ne avevo diritto, non esistevo per quello Stato. La mia vera disperazione cominciò quando mio fratello con degli amici comprò una barca di plastica per andare in Grecia, ma il mare Egeo inghiottì la sua vita e con lui molta della mia, la mia voglia di vivere, di lottare in quel mondo di adulti che decidevano per me, senza mio fratello che quando ero stanco mi portava sulle sue spalle.

La mia preghiera a Dio cominciò ad essere perché mi hai abbandonato? Chi porterà sulle spalle un bambino figlio di nessuno?
Ma qualcuno mi ha aiutato ad arrivare sulle sponde greche e da lì sotto i tir fino a Venezia dove pensavo di essere morto, invece mi svegliai in ospedale davanti la giudecca, con le flebo al braccio perché disidratato e denutrito. Da lì con pochi spiccioli ho comprato un biglietto del treno per Roma Termini dove ho incontrato i volontari CARITAS  da lì è cominciata una nuova vita, la conoscenza con il mio maestro e padrino dei miei Sacramenti Eraldo Affinati; da questo momento per il mio rinascere a vita nuova ho deciso di lasciarmi alle spalle” Alì “ e ho  deciso che avendo ricevuto il santo Battesimo sarei stato Alen.
Di seguito l’ iscrizione all’ I.T.C.  “Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi” dove ho conosciuto la mia ragazza a cui ho donato il cuore, Violeta e la mia“ professoressa Maria Cataldo “ diventata anche maestra, zia, persona a cui appoggiarsi in tutti i momenti della vita. Colei che mi ama e mi aiuta nella crescita quotidiana anche attraverso la sua associazione “La Banca delle Beatitudini.“
Ciò non mi toglie  gli incubi e le lacrime che come la pioggia che scorre sui vetri rigano le mie guance.
Ungaretti il mio poeta e narratore preferito conosco a memoria “ San Martino del Carso “ e ripetendola mi viene un nodo alla gola, come forse a pochissimi italiani. Come Ungaretti dico : “ E’ il tuo cuore, il paese più straziato distrutto dalla guerra” emozione che sono riuscito a trasmettere a tutti i professori per gli esami di maturità superati benissimo“.

Caro Alen il tuo desiderio e credere nel senso di giustizia che purtroppo non hai visto nel tuo Paese, ti ha fatto scegliere di scriverti all’Università “ La Sapienza” in Giurisprudenza la tua caparbietà e desiderio di riscatto per non diventare un barbone come dici sempre tu ti ha fatto conseguire quest’ambita meta nei termini previsti dei tre anni.
Il mio aiuto, sostegno morale e talvolta negli studi ti ha sorretto con amore e talvolta per spingerti a non mollare anche con durezza con i miei soliti : “ E mò basta… Alen te gonfio come una zampogna, non sei solo siamo in due e ce la faremo”
Giorno 19 settembre 2015 ce l’ hai fatta ti sei laureato e io felice della tua felicità.

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