29 Gennaio 2018
Dario Caputo
ECOSISTEMI E BIODIVERSITÀ
29 Gennaio 2018
Dario Caputo

Allarme europeo per il Coleottero giapponese in Pianura Padana

Colonie di Popillia japonica sono comparse dal 2014 in alcune province del nord Italia: a rischio in particolare le coltivazioni di mais, pesche, mele e i vigneti.

Avvistata per la prima volta in Italia nel 2014, la Popillia japonica, una specie di coleottero proveniente dal Giappone e considerata di notevole criticità ambientale e agricola nonché altamente infestante, sta destando serie preoccupazioni tra gli agricoltori e non solo. Si tratta di una specie che non appartiene al nostro ecosistema e per questo motivo, non essendo presenti i suoi predatori naturali, ha trovato grande facilità di diffusione e proliferazione.
I primi avvistamenti del coleottero in Italia risalgono al 2014 nel comune di Turbigo, in provincia di Milano; già all’epoca la Coldiretti regionale aveva segnalato la pericolosità della presenza dell’insetto nel nostro territorio: “La Popillia è uno dei parassiti più pericolosi che siano arrivati di recente sui nostri territori; è in grado di colpire tutte le specie vegetali, dai prati alle piante ornamentali, dagli alberi da frutto ai vigneti. I rischi maggiori li corrono il mais, il pesco, il melo, la vite e la soia”. Ad oggi il coleottero ha esteso il suo areale anche se fortunatamente in maniera ancora moderata; resta comunque altamente nocivo a tal punto da essere inserito tra le specie da quarantena e da essere riportato nelle liste di allerta della European and Mediterranean Plant Protection Organization (EPPO). Gli adulti, infatti, attaccano molte specie vegetali, sia coltivate che spontanee mentre le larve, che si sviluppano nel terreno, sono particolarmente dannose per i manti erbosi e i pascoli: il danno causato da queste ultime si manifesta con estese aree di vegetazione che dapprima ingialliscono e poi disseccano. Inoltre le larve attirano uccelli e talpe, che scavando il terreno per catturarle, causano danni indiretti.
Il danno della Popillia Japonica adulta invece è costituito da erosioni molto intense a carico delle foglie, dei fiori e dei frutti; le foglie, partendo dall’alto verso il basso, vengono completamente erose lasciando intatte solo le nervature della lamina.  Data la sua natura infestante già dal luglio del 2014 il settore fitosanitario e i servizi tecnico scientifici, in collaborazione con l’Ente di gestione delle aree protette del Ticino e del Lago Maggiore, avevano attivato degli interventi di monitoraggio, contenimento e contrasto alla diffusione dell’insetto; l’intervento è stato intensificato nel 2016 grazie all’installazione di 2000 trappole per la raccolta massale e la messa in atto di trattamenti contro le larve nei prati. I trattamenti hanno previsto l’utilizzo di insetticidi biologici a base di nematodi entomoparassiti e funghi su una superficie di 423 ettari; nel 2017 la pratica è stata ripetuta ma estesa ad una superficie di 730 ettari. Per illustrare gli interventi effettuati per contrastare la diffusione del coleottero sul territorio e arginare le possibilità di diffusione passiva che potrebbe portare all’ instaurazione di focolai secondari, a Verbania, la Regione Piemonte e l’Istituto per lo Studio degli Ecosistemi del Consiglio Nazionale delle Ricerche hanno organizzato per il 13 febbraio un seminario dove verranno anche illustrate le prospettive di lotta futura e la modulazione delle azioni da intraprendere per ottimizzare al massimo il rapporto costi/benefici nell’attività di contrasto.

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