22 maggio, Giornata Internazionale della Biodiversità. Per ricordare che dalla sopravvivenza di ogni specie dipende il perfetto equilibrio del Pianeta Terra
Piacciano oppure no, criticate e omaggiate le Giornate Mondiali dedicate ad un tema, di solito proclamate da Organismi internazionali, esistono e sono pure frequenti. Oggi 22 Maggio protagonista assoluta è la Biodiversità, ossia, secondo la definizione della Convenzione sulla diversità biologica di Rio de Janeiro 1992, la variabilità fra tutti gli organismi viventi, inclusi quelli del sottosuolo, dell’aria, gli ecosistemi acquatici, terrestri e marini e i complessi ecologici dei quali fanno parte; questa include la diversità all’interno delle specie, tra le specie e degli ecosistemi. Quindi che si colga l’occasione per parlarne ancora una volta e capire meglio di cosa si tratta , male non può fare.
In primis, vale la pena sottolineare che se la World Bank negli ultimi anni ha dato maggior spazio a studi sulla Biodiversità, forse è davvero il caso di scrollarsi di dosso pregiudizi e pigrizia al fine di diventare maggiormente informati e consapevoli.
Sempre dalla Banca Mondiale arriva il monito su come e quanto l’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali, la distruzione degli habitat e l’introduzione di specie invasive stiano minacciando la Biodiversità sulla Terra. Sono ben 19.817 le specie a rischio di scomparsa e inoltre, un dato davvero inquietante non getta luce positiva sull’essere umano: oggi il tasso di estinzione è 100 volte maggiore di quando l’uomo non era presente sulla Terra.
Per i più scettici sull’importanza della Biodiversità numeri e percentuali dello stesso studio parlano chiaro: negli ultimi 100 anni il numero degli esseri viventi sulla Terra (tranne l’uomo) si è ridotto del 30%. Il naturale corso della vita, qualcuno potrebbe obiettare, ma se si considera che l’85% delle zone oceaniche di pesca sono al limite dello sfruttamento, sovrasfruttate o esaurite e che il 50% delle zone umide della Terra sono state distrutte nel XX secolo, probabilmente qualche riflessione in più occorre farla.
La normativa a protezione della diversità biologica esiste: internazionale e comunitaria, ma anche nazionale e regionale; purtroppo però, laddove vi è la Legge, c’è anche chi tenta di aggirarla e infatti il mercato nero delle specie selvatiche che provengono dal contrabbando, bracconaggio o dalla pesca illegale genera un giro d’affari di 70,5 miliardi di dollari l’anno.
Per il 70% delle popolazioni povere che risiedono in aree rurali la biodiversità è essenziale per la sopravvivenza. Ma queste popolazioni spesso non possono niente nei confronti delle multinazionali impegnate a sfruttare e depauperare le loro terre.
A quanto pare le ragioni perché se ne continui a discutere sono tante. Occorre allora uno sforzo altruistico finalizzato a proteggere ogni specie esistente sulla Terra attuando politiche concrete volte a ripristinare il funzionamento dei sistemi naturali e a preservare il delicato equilibrio della biodiversità.