Gli esperti ASviS leggono la manovra finanziaria alla luce degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Tante le lacune sulla difesa del suolo e della biodiversità marina e terrestre. Manca inoltre una 'cultura' che contrasti i cambiamenti climatici
un’Italia che ripara i vecchi danni, ma non riesce a creare strategie valide ed efficienti per prevenirne di nuovi.
E' questo il quadro che esce dal rapporto ASviS che ha analizzato la Legge di Bilancio alla luce degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile se ci concentriamo sulla parte più ambientale dell'Agenda 2030: lott al cambiamento climatico, protezione degli ecosistemi maini e terrestri, gestione delle acque..
Acqua: tra risorse idriche e mare, ancora pochi interventi significativi
La Legge di Bilancio 2019 viene positivamente valutata dal punto di vista delle risorse idriche per quanto riguarda l’importanza che viene data all’innovazione tecnologica delle reti, attraverso la previsione di obblighi di rilevazione e trasmissione sistematica dei dati utili ad individuare eventuali dispersioni idriche, così come si dispone che si tenga conto dello stato di avanzamento degli interventi previsti o già in corso del Piano nazionale di interventi nel settore idrico: a proposito di quest’ultimo, infatti, è autorizzata la spesa di 100 milioni per ciascun anno dal 2019 al 2028 per la sua attuazione.
Non vi sono invece misure riguardanti l’accesso equo e universale all’acqua potabile per tutti, così come non si affronta minimamente il trattamento delle acque reflue: aspetti, questi, ‘rimproverati’ dall’ASviS nell’analisi della Legge di Bilancio stessa.
Ma non solo acqua potabile: anche per ciò che riguarda il mare l’ASviS sottolinea l’assenza di misure di sostegno alla Strategia per l’Ambiente Marino, lacuna che da ben 3 anni l’Alleanza sta cercando di far notare.
Gli unici aspetti che, parlandi di protezione del mare, risultano positivi sono i tentativi di dar via ad attività sperimentali e di ricerca per la riduzione della plastica monouso. Non vi è però ancora alla base alcuna politica strutturata per la prevenzione e la riduzione significativa dell’inquinamento marino.
Cambiamenti climatici: si cerca di riparare gli effetti disastrosi, ma non si affronta il problema all’origine
Cambiamenti climatici. L’Italia, anche in questo ambito, mostra di dare particolare importanza al risanamento di situazioni già colpite negativamente, ma non alla prevenzione.
La Legge di Bilancio 2019 si concentra infatti molto sulla mitigazione dei rischi ambientali e idrogeologici, che sono conseguenti al cambiamento climatico, ma poco fa sulla prevenzione. Sono le Regioni ad essere destinatarie della possibilità di utilizzare delle risorse finanziarie apposite per la prevenzione dei rischi ambientali e di dissesto idrogeologico legati ai cambiamenti climatici. Invece sono completamente assenti misure che aiutino la connessione attiva tra soggetti pubblici e privati nella cooperazione contro i rischi ambientali da cambiamento climatico.
Altra pecca sottolineata dal Rapporto ASviS sta nel fatto che non si affronta il ‘clima’ come argomento topico: basti pensare che, come si legge nel documento, nel testo il termine ‘clima’ trova un’unica collocazione quando si parla di redditi di imprese turistiche agenti sul litorale.
Ancora, non vi è alcun tentativo di migliorare l’istruzione e la sensibilità sociale al problema dei cambiamenti climatici, a parte l’istituzione dei fondi per la realizzazione di un istituto di ricerche Tecnopolo Mediterraneo dedicato allo sviluppo sostenibile.
Quindi, ancora una volta, l’Italia cerca di riparare i danni fatti, ma non fa molto per creare una cultura di prevenzione.
Consumo del suolo e biodiversità: l’Italia in forte ritardo rispetto all’Europa
Per quanto riguarda la protezione e l’uso sostenibile dell’ecosistema terrestre, la Legge di Bilancio 2019, per il rapporto ASviS, non ha fatto molto: non prevede infatti alcuna misura specifica per recuperare i ritardi accumulati relativi alla Strategia nazionale per la biodiversità adottata nel 2010, né le misure di supporto agli impegni della Convenzione contro la desertificazione (UNCCD).
Si accolgono come positive le istituzioni del Fondo per le foreste italiane, col fine di tutelare, valorizzare e monitorare la diffusione della conoscenza delle foreste italiane, così come si applaude al finanziamento del Fondo della Montagna per valorizzare le attività agricole correlate agli ambienti montani.
Ma vi è assoluto silenzio in tante piaghe legate all’ambiente, come il bracconaggio, il traffico di flora e fauna protette, il consumo di suolo e la perdita di biodiversità.