ECOSISTEMI E BIODIVERSITÀ
4 Agosto 2017

L’impollinazione notturna messa a rischio dall’inquinamento luminoso

L’Università di Berna lancia l’allarme: l’illuminazione artificiale riduce il lavoro degli insetti impollinatori notturni e i diurni non sono in grado di colmare il gap

Negli ultimi 20 anni, in particolare nelle aree residenziali, le emissioni luminose sono aumentate del 70%, ma questo non è mai stato considerato un grandissimo problema per l’equilibrio dei servizi ecosistemici. Uno studio pubblicato sulla rivista Nature e condotto da un gruppo di ricercatori dell'Istituto di Ecologia e Evoluzione dell'Università di Berna guidato da Eva Knop mostra invece come l’impatto della luce artificiale posa colpire gli impollinatori notturni, le falene ad esempio, interrompendone il lavoro se non addirittura portarne gradualmente alla scomparsa.

 
Il team di Knop ha condotto uno studio nelle prealpi svizzere, impossibile condurlo in ambienti urbani o limitrofi visto che gli insetti sensibili alla luce sono praticamente scomparsi, scoprendo che in aree prive di sorgenti luminose artificiali durante la notte circa 300 specie di insetti hanno visitato i fiori di una sessantina di piante, mentre nei prati illuminati ad hoc, con luci al led rispondenti agli standard utilizzati per l’illuminazione stradale pubblica, le visite notturne sono state inferiori del 62%.
Questo ridotto lavoro notturno ha pesanti conseguenze sulla crescita delle piante e sulla biodiversità, anche perché gli insetti che svolgono lo stesso lavoro di giorno, non riescono a compensare dal momento che, api su tutti, il loro numero sta diminuendo in tutto il mondo a causa delle malattie, dei pesticidi utilizzati in agricoltura, dei cambiamenti climatici e della continua perdita di habitat.

 
“Finora gli impollinatori notturni sono stati trascurati nella discussione riguardo la crisi mondiale dell’impollinazione", dichiara la Knop - “Ma occorre prendere misure urgenti, per ridurre le conseguenze negative sull’ambiente del continuo aumento delle emissioni luminose”.
Conseguenze che i ricercatori hanno studiato sul Cardo giallastro, una delle piante più visitate sia durante il giorno che durante la notte per i suoi fiori che costituiscono una fonte ricca e facilmente accessibile di polline e nettare per numerose specie di insetti; lo studio ha comparato un campione di 100 piante dislocate su 5 prati privi di luce artificiale e 5 illuminati constatando che le piante illuminate sono state visitate molto più raramente dagli impollinatori e che, conseguentemente, alla fine dell’esperimento il numero medio di frutti per pianta era inferiore del 13% rispetto a quello delle piante non illuminate.

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