7 Ottobre 2017
Dario Caputo
ECOSISTEMI E BIODIVERSITÀ
7 Ottobre 2017
Dario Caputo

World Animal Protection: no ai selfie con gli animali selvatici

L’associazione lancia l’allarme sulle foto con gli animali e manda in rete un vero e proprio appello sui maggiori social network: censurate le foto. "Dietro agli scatti spesso ci sono abusi"

La World Animal Protection ha deciso di lanciare un vero e proprio appello in merito alla “moda” di fare foto con animali selvatici: dietro ogni scatto si potrebbe celare un animale sofferente o addirittura morente. L’associazione ha voluto sottolineare come lo scatto per il turista è solo un ricordo da far vedere ad amici e parenti ma il vissuto dell’animale è decisamente diverso, essendo fonte di forte stress o di estrema sofferenza. L’allarme è scattato quando è stata constatata un’impennata non di poco conto di tali foto sui social network: ad esempio su Instagram, l'aumento dei selfie con animali è del 292%. L’associazione in difesa dei diritti degli animali ha deciso così di lanciare una vera e propria campagna online e un "Selfie Code", un codice-petizione diffuso on line che spiega come ci si dovrebbe comportare in presenza di animali per evitare brutte sorprese.

L’associazione, così facendo, si pone l’obiettivo di contrastare questa pratica disumana nei confronti dei poveri animali indifesi cercando di dare anche informazioni su quello che i protagonisti dello scatto devono subire: molte volte questi poveri animali vengono tenuti in gabbia, in posti bui per poi essere liberati e far felice qualche turista, come nel caso del Brasile o dell’ Australia con scimmie, coccodrilli o koala. Altri casi hanno avuto addirittura un finale tragico come ad esempio il cucciolo di delfino finito a riva, che ha perso la vita tra gli sguardi ignari dei bagnanti che erano impegnati a immortalare l’evento con il loro cellulare.

Il direttore della World Animal Protection, Steve Mclvor, ha definito straziante questa moda e ha dichiarato come in Brasile, Perù e Amazonia “si sono registrati casi di enormi anaconde che, pur avendo bisogno di luce solare,  sono conservate al buio solo per i selfie dei turisti, o di animali racchiusi con lo stesso scopo e poi risultati da una nostra indagine feriti, disidratati o con malattie". Lo stesso accade anche per coccodrilli e specie simili: vengono intontiti dai proprietari per ridurre al minimo la pericolosità di un selfie con l’animale. Mclvor ha continuato la sua lettera sottolineando come tutto questo sia angosciante soprattutto perché il turismo della fauna selvatica, se gestito correttamente, potrebbe essere un bene per l’ambiente e per gli animali stessi; si andrebbe infatti a favorire la conservazione, la creazione di riserve naturali e migliorare il loro benessere.

L’associazione, attraverso questa iniziativa, mira a sensibilizzare i turisti chiedendo anche il contributo dei social che dovrebbero censurare molto di più la visibilità di queste foto. L’obiettivo è quello di "proteggere gli animali vietando foto che possano promuovere persone o organizzazioni che procurano danni fisici agli animali, oppure rimuovere contenuti ambigui in tal senso".  Una risposta sembrerebbe essere già arrivata: il social media Tinder ha promesso di censurare alcuni selfie, in special modo quelli che vedono protagonisti le tigri. 

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