Dal 1997 il 2 febbraio si celebra l'importaza di paludi, acquitrini e torbiere
Zone umide per il nostro futuro: mezzi di sussistenza sostenibili.
Questo il tema scelto dal Segretariato della Convenzione di Ramsar sulle zone umide per celebrare la giornata mondiale delle zone umide. Un modo per ricordare il ruolo fondamentale di questi ecosistemi per il futuro del genere umano e la loro importanza per il raggiungimento dei nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile.
Sono infatti fonte di sostentamento per pescatori e coltivatori di riso, oltre che straordinaria attrattiva turistica. Sono inoltre sono importanti per la protezione delle coste e una barriera contro i cambiamenti climatici.
Nella definizione della convenzione di Ramsar le zone umide sono “le paludi, gli acquitrini, le torbiere oppure i bacini, naturali o artificiali, permanenti o temporanei, con acqua stagnante o corrente, dolce, salmastra, o salata, comprese le distese di acqua marina la cui profondità, durante la bassa marea, non supera i sei metri."
La prima Giornata mondiale delle zone umide è stata celebrata il 2 febbraio 1997 per evidenziare la firma della convenzione sulle zone umide nel 1971 nella città di Ramsar, in Iran sulle rive del Mar Caspio. Si è scelto di celebrarla per favorire la consapevolezza del grande valore di questi ambienti e del rischio a cui sono esposti: dal 1900 è infatti sparito, a causa della negligenza dell’uomo, il 64% di zone umide, mangrovie, e paludi.
Le zone umide si estendono nel mondo per una superficie tra i 7 e i 9 milioni di km2 e costituiscono una straordinaria fonte di biodiversità. La più grande del mondo è il Pantanal che si estende per 150.000 km2 tra Brasile, Bolivia e Paraguay. Si potrebbe definire una ciotola di minestra visto il miscuglio di ambienti (paludi, pianure alluvionali, lagune) e di specie animali e vegetali: è infatti la casa di oltre 3.500 specie di piante, 1.132 specie di farfalle, 658 specie di uccelli, 190 di mammiferi, e 98 di rettili.
Una giornata per le zone umide, una giornata per ricordarci di quanto le stiamo mettendo a rischio e un momento per ricordare da dove vengono le, solo apparentemente “piccole”, cose indispensabili alla nostra sopravvivenza, come fa notare anche il direttore del WWF Lifeng Li: “Una giornata per ricordare alla gente che l’acqua non viene da un rubinetto, ma da zone umide sane".