International Energy Agency (IEA): il 32% dei consumi globali è da imputarsi agli edifici residenziali e commerciali, responsabili del 30% delle emissioni globali
Ancora 20 Stati dell’Unione europea devono adeguare la normativa nazionale all’Energy Performance of Buildings Directive (EPBD), la direttiva sull’efficienza energetica degli edifici. Ed esiste il rischio di un’azione giudiziaria per il mancato recepimento.
Il 21 settembre del 2012 sono state intraprese 24 procedure d’infrazione a carico di tutti gli Stati Membri che fino ad allora non avevano attuato completamente la direttiva. Da quel giorno solo 4 Paesi hanno adeguato totalmente le leggi del proprio Stato, così come l’EPB Directive richiedeva; mentre 11 Stati non hanno completato l’adattamento e 9 non hanno apportato alcuna modifica. “Nonostante i leader europei abbiano sentito parlare sempre più spesso del contributo degli edifici ad alta efficienza energetica agli obiettivi climatici ed energetici, questi risultati non sono chiaramente stati ascoltati”, ha dichiarato Adrian Joyce, il segretario generale di EuroACE in un’intervista con EurActive.
Che ancora oggi il 70% degli Stati corra il rischio di onerose multe significa che il tutto potrebbe degenerare fino a causare la più grande azione legale di massa mai attuata.
Se la situazione non cambierà ovviamente non sarà possibile raggiungere i tanto attesi obiettivi di riduzione delle emissioni e di risparmio energetico, basti pensare che, secondo quanto dichiarato dall’International Energy Agency (IEA), il 32% dei consumi globali è da imputarsi agli edifici residenziali e commerciali, responsabili del 30% delle emissioni globali.
Questi numeri sono destinati ad aumentare a causa di innumerevoli fattori, primo fra tutti il previsto incremento di popolazione mondiale, in base al quale entro il 2050 dovrebbe raddoppiare la quantità di energia richiesta per gli edifici.
Partendo da questi presupposti è chiaro come la Direttiva si dimostri l’unica possibile strada da intraprendere per arginare il problema, assicurando il rispetto di standard energetici estremamente elevati per tutti gli edifici, fino ad arrivare ad un valore di consumo energetico molto vicino allo zero (Near Energy Building).
Dal 9 gennaio anche gli edifici pubblici di dimensioni pari o superiori ai 500 mq, dovranno certificare ed adeguare agli standard europei le proprie prestazioni energetiche, allargando sempre più il campo d’applicazione della legge. (fonte: Rinnovabili.it)