Non ancora pubblicato nella Gazzetta Ufficiale UE, il provvedimento sembra quasi concretizzato, ma John Clancy,il portavoce del Commissario al Commercio UE, definisce l’obbligo di registrazione alle dogane comunitarie una semplice procedura amministrativa
Secondo gli ultimi rapporti della Commissione Europea, è ormai quasi certo che da marzo scatti l’obbligo per il fotovoltaico cinese importato in Europa di registrarsi presso le dogane comunitarie. La misura che introdurrebbe così la possibilità di retrodatare i dazi, qualora l’indagine portata avanti da Bruxelles avvalorasse l’ipotesi di pratiche antidumping nel Made in China, è stata avanzata formalmente proprio in questi giorni, come conferma John Clancy il portavoce del Commissario al Commercio UE; intervistato dalla stampa, Clancy ha affermato che la richiesta di registrazione è stata presentata e che, come da prassi, tutti gli Stati membri sono stati informati anche se i dettagli delle consultazioni non possono essere, per legge, divulgati.
“Qualora la Commissione decida di rendere le importazioni soggette a registrazione, la relativa decisione sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea”, ha spiegato il portavoce. “Cerchiamo di essere molto chiari: la registrazione delle importazioni di un determinato prodotto nelle procedure di difesa commerciale è nulla di straordinario. Permette semplicemente all’industria interessata di formulare una data cosicché ci sia una possibilità di imporre misure retroattive in caso di conclusione in suo favore”. In base a quanto spiegato dal funzionario europeo tale misura è una pratica automatica attivata come strumento di protezione nei confronti di altri grandi partner commerciali – premesso che in Europa deve essere richiesta dall’industria. “Quindi cerchiamo di non interpretatela come qualcos’altro: è semplicemente una procedura amministrativa”. (Rinnovabili.it )