31 Dicembre 2014
Stefania Galli
ENERGIA
31 Dicembre 2014
Stefania Galli

Geotermia, pro e contro di un energia ancora poco sfruttata

Anche se le sue potenzialità non sono ancora ampiamente sfruttate, secondo Legambiente il numero di impianti geotermici sta crescendo sempre più nel nostro Paese

Dalla rubrica Smart City realizzata in collaborazione con ToDay.it 

Tra le tante forme di energia quella geotermica è sicuramente la meno impattante. Dal greco, il termine “geotermia” significa letteralmente “calore della terra”. L’Italia detiene un primato in questo campo: nel 1913 a Larderello in provincia di Pisa, entrò in esercizio la prima centrale geotermica, che nel 2013 ha compiuto 100 anni. Ma già nel 1904, sempre a Larderello, il principe Piero Ginori Conti sperimentò il primo generatore geotermico, che azionò 5 lampadine.

Anche se le potenzialità territoriali ci sono, questa fonte non è ancora ampiamente sfruttata in Italia: secondo uno studio del CNR del 2012, l’energia prodotta da questa fonte nel 2010 è stata solo l’0,70% dei 185 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio consumati complessivamente nel nostro Paese per usi energetici. Ma il numero di impianti geotermici sta crescendo sempre più: secondo l’ultimo rapporto di Legambiente “comuni rinnovabili”, “i comuni della geotermia sono 372, per una potenza installata pari a 814 MW elettrici, 257 termici e 3,4 frigoriferi. Grazie a questi impianti nel 2013 sono stati prodotti circa 5,3 TWh di energia elettrica in grado di soddisfare il fabbisogno di oltre 1,9 milioni di famiglie”. “Dal 2006 ad oggi, prosegue il rapporto, la potenza installata fotografata dal Rapporto è cresciuta del 171%”.

Come si legge nel sito dell’Unione Geotermica Italiana, “l’espressione “energia geotermica” è generalmente impiegata, nell’uso comune, per indicare quella parte del calore terrestre, che può, o potrebbe essere, estratta dal sottosuolo e sfruttata dall’uomo”. Ma come funziona questo tipo di energia? La Terra detiene una quantità enorme di energia derivata dalle reazioni nucleari, che avvengono al suo interno, di elementi quali l’uranio il torio e il potassio. L’energia prodotta è molto elevata ma, a causa della conformazione di alcune parti del nostro pianeta, soltanto una parte di essa può essere raggiunta e quindi sfruttata. “Sino ad oggi - si legge ancora nel sito dell’ Unione Geotermica Italiana - l’utilizzazione di questa energia è stata limitata a quelle aree nelle quali le condizioni geologiche permettono ad un vettore (acqua in fase liquida o vapore) di “trasportare” il calore dalle formazioni calde profonde alla superficie o vicino ad essa, formando quelle che chiamiamo risorse geotermiche”. Questi vapori provenienti dalle sorgenti d'acqua nel sottosuolo vengono poi convogliati verso apposite turbine adibite alla produzione di energia elettrica.

Gli ambiti di utilizzo di questa forma di energia sono molteplici: prima di tutto per il riscaldamento e il raffreddamento degli ambienti domestici mediante pompe di calore elettroniche. Senza dimenticare l’utilizzo per la produzione di acqua calda. Ma sono molti altri gli ambiti possibili: in agricoltura, ad esempio, per il riscaldamento delle serre, l'irrigazione del terreno, l'allevamento e l'acquacoltura.

Sebbene complessivamente poco impattanti, anche questi impianti hanno delle ripercussioni sull’ambiente: “il primo effetto avvertibile, afferma sempre l’Unione Geotermica Italiana, è quello prodotto dalla perforazione del terreno”. Perforazioni che potrebbero influire sul dissesto del territorio. Inoltre, “i fluidi geotermici (vapore o acqua calda) solitamente contengono gas, come anidride carbonica, idrogeno solforato, ammoniaca, metano, e piccole quantità di altri gas”, che arrivano nell’atmosfera. Le acque di scarico degli impianti geotermici hanno, inoltre, una temperatura generalmente superiore a quella dell’ambiente circostante e costituiscono potenziali inquinanti termici”.
Altro fattore negativo, questo più trascurabile a livello ambientale, è il tipico odore sgradevole che fuoriesce dalle centrali causato soprattutto dall’idrogeno sulforato. D’altro canto la geotermia presenta diversi risvolti positivi, oltre a quello ambientale, primo fra tutti quello economico: l’utilizzo del condizionamento geotermico, rispetto al tradizionale, permette, infatti, un risparmio di circa il 50% rispetto alle fonti tradizionali. Se alla geotermia unissimo altre fonti rinnovabili, come il fotovoltaico, la nostra bolletta energetica scenderebbe addirittura del 70%.

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