Una chiacchierata con Marco Frey sul valore del capitale naturale
Marco Frey, Direttore dell'Istituto di Management della Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant'Anna di Pisa e coordinatore del gruppo di lavoro Finanza & Credito presso gli Stati Generali della Green Economy, ha risposto alle domande di Earth Day italia intervenendo su A Conti Fatti, rubrica trasmessa dalle frequenze di Radio Vaticana Italia.
Per proteggere un capitale, anche quello naturale, occorre contabilizzarlo? Come si può fare?
Il problema della misurazione del capitale naturale è una delle sfide più grandi che ci siano: in letteratura sono presenti tentativi molto noti come quello di Costanza, il primo in questo campo. Contabilizzazione vuol dire prima di tutto contabilizzazione fisica, dare una misura al capitale naturale. Solo in un secondo momento si da, se possibile, un valore economico. Perché serve valore economico? Per comprendere quale può essere il contributo delle istituzioni, ma non solo, per il mantenimento e il ripristino del capitale naturale. Capitale naturale, inoltre, che si lega al concetto di servizi eco sistemici, cioè a quei servizi che il capitale naturale stesso genera all'uomo, alle attività economiche e all'impresa. Questo processo di contabilizzazione ha, quindi, una duplice valenza: da un lato fa capire ai policy maker quale sia la dimensione delle risorse collegate al capitale naturale, e di conseguenza dei servizi eco sistemici; dall'altra parte fa comprendere il valore specifico che il capitale naturale può dare ai cittadini e al mondo dell'impresa.
Che cos'è un servizio eco sistemico?
Un servizio eco sistemico, ad esempio, è l'acqua. L'acqua è un bene comune, ma contemporaneamente è anche una risorsa sempre più scarsa. Nel momento in cui si riduce la sua disponibilità, attribuirgli un prezzo, un valore, diventa un criterio per far si che la si utilizzi nel modo più efficiente possibile. Il sevizio eco sistemico dell'acqua nasce dal fatto che dietro c'è un sistema naturale che rende possibile una certa disponibilità di questa risorsa a tutti i fruitori.
Dare un valore al capitale naturale non rischia di mercificarlo? E’ corretto ad esempio contabilizzare in un’attività economica privata un bene comune?
Si. Nel caso dell'acqua, ad esempio, in Francia c’è un’impresa a Vittel, che ha visto decadere la qualità dell’acqua che utilizzava come materia prima del proprio prodotto. Cosa poteva fare l'impresa? Da una parte poteva depurare, intervenendo per ripristinare le condizioni precedenti, ma ciò non poteva essere sufficiente per un'acqua minerale di elevata qualità. L'azienda si è posta, allora, il problema del ripristino complessivo della qualità, interfacciandosi prima di tutto con gli agricoltori. Si è compreso che Il problema era l'utilizzo dei pesticidi in agricoltura. L'impresa, ha, allora, attivato un'azione di sistema in accordo con le istituzioni e con il mondo delle associazioni ambientaliste per aiutare gli agricoltori a modificare i propri comportamenti dal punto di vista dei processi produttivi. PES, payments for ecosystemservices, sono le risorse economiche date agli agricoltori per riconvertire la propria attività. Non si è trattato semplicemente di mercificazione del prodotto ma di contribuire a ripristinare determinate condizioni.
In che modo potrebbe cambiare l’economia se si includesse veramente il capitale naturale all’interno della funzione?
La misurazione è fatta per dare valore al capitale naturale e per responsabilizzare nei confronti del suo mantenimento. A un certo punto le imprese, ma non solo, si renderanno conto del fatto che la natura ci ha dato dei doni e che è una responsabilità di tutti mantenerli nelle migliori condizioni. È nell’interesse dell’impresa, in una prospettiva di lungo periodo, il mantenimento delle materie prime ed avere quindi una logica di sostenibilità.
Seppure imperfetti, indicatori come il PIL sono divenuti una lingua comune, condivisa dai diversi paesi. Esiste una misurazione condivisa del capitale naturale?
No, la sfida in questo ambito è tutt'altro che semplice. Però, si può ricondurre gli elementi di stock di capitale alla logica dei servizi ecosistemici, in quanto stiamo parlando di un capitale che genera dei flussi. Questi flussi sono i servizi che si possono utilizzare. Nel momento in cui si riesce a dare una dimensione a questi, il processo stesso di misurazione può diventare più agevole. Un esempio: i bastoncini di pesce. A causa dell’overfishing (eccesso di pesca) c'è stata, in un certo momento storico, una riduzione a livello globale degli stock ittici disponibili. Una grande azienda come Unilever, che possedeva il brand Findus, si è trovata di fronte a questo problema. L'impresa insieme al WWF ha, allora, creato una forma di etichettatura del pesce pescato in modo sostenibile che ha contribuito a creare, negli anni successivi, quelle condizioni all'interno della filiera per riconoscere anche nel mercato i prodotti della pesca sostenibile.