“Regioni ed Enti Locali per la green economy”, questo il titolo della tavola rotonda che ha chiamato gli enti locali a partecipare al “Piano Verde” per rilanciare l’Italia .
La città come laboratorio di esperimenti in green economy, l’obiettivo di valorizzare del territorio e la necessità di un uso efficiente delle risorse; attorno a questi i tre capisaldi attorno si è riunita l’ultima assemblea programmatica prima dei prossimi Stati Generali della Green Economy, l’evento, organizzato dal Consiglio Nazionale della Green Economy, in collaborazione con i Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico e con il supporto tecnico della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, che avrà luogo il 6 e 7 novembre prossimi a Rimini nell’ambito di Ecomondo.
“La green economy – dichiara in una nota il coordinatore del gruppo di lavoro, Gian Carlo Muzzarelli – è un processo complesso che non rappresenta solo il passaggio da un’economia tradizionale a un’economia più verde, ma presuppone un cambiamento radicale nella struttura, nella cultura e nelle pratiche che caratterizzano la società. E questo cambiamento sarà tanto più radicale quanto più potrà essere generato dal territorio e dalle comunità locali che interpretano più velocemente e più capillarmente i bisogni di una società in evoluzione”.
Cinque le tappe della roadmap tracciata dal gruppo di lavoro:
Programmazione dei Fondi strutturali per sviluppare l’innovazione nelle imprese e nei territori con l’obiettivo di ottimizzare le risorse messe a disposizione dai fondi strutturali FESR, FSE e FEASR che già nel ciclo 2007-2013 hanno messo a disposizione risorse a livello nazionale per un totale di spesa pari a circa 66 miliardi di euro e hanno intercettato settori che rientrano pienamente nel campo della green economy.
Le Regioni dovrebbero nel proporre misure coordinate a livello nazionale sulla green economy per fare massa critica e coordinarsi per l’implementazione di un sistema di monitoraggio omogeneo su tutto il territorio italiano.
Mercati verdi pubblici e privati. Gli enti locali sono chiamati a rilanciare l’economia locale con investimenti green. Se si considera che nel 2010 la spesa della PA per acquisto di prodotti e servizi ammontava con circa 252 miliardi di euro, al 16,3% del PIL si può comprendere l’enorme potenziale degli Acquisti Verdi Pubblici e privati di beni e servizi come leva di rilancio in chiave green del sistema produttivo e l’evoluzione green degli appalti pubblici. Il documento elaborato dal gruppo di lavoro propone di facilitare il raggiungimento della soglia del 50% di appalti verdi tramite l’offerta di strumenti di supporto a Regioni e Enti Locali promuovendo la formazione presso le Pubbliche Amministrazioni e gli operatori economici favorendo il flusso di informazioni corrette e puntuali per creare una nuova cultura e sensibilità presso le Stazioni Appaltanti. Occorrerebbe inoltre puntare sulla crescente sensibilizzazione del consumatore per sostenere iniziative di qualificazione green di prodotti utilizzando la Città come laboratorio di riferimento per operare sulla qualificazione di settori chiave dell’economia nazionale con interventi sull’innovazione, ricerca e rigenerazione urbana.
Credito e Fiscalità ambientale per incentivare risanamento e prevenzione idro-geologica, riqualificazione dei centri storici, ristrutturazione energetica nell’edilizia, trasporti urbani e rifiuti. Tutti settori, questi, che necessitano di capitali con ritorni a lungo termine e per i quali si chiede di mettere in campo strumenti di incentivazione e di finanziamento più efficaci.
Sviluppo di partnership pubblico-privato, come proposto dalle istituzioni europee; in questo senso Regioni ed Enti Locali possono assumere un ruolo strategico per favorire lo sviluppo di questo tipo di iniziative a supporto delle imprese e delle aggregazioni di imprese relativamente ai temi dell’eco-innovazione.
Tutela e valorizzazione dei territori; attività come la valorizzazione dei territori, delle aree naturali, degli ecosistemi la prevenzione del dissesto idrogeologico rientrano a pieno titolo nel concetto di green economy.
L’assemblea propone di definire meccanismi e strumenti per sbloccare la possibilità di intervento degli enti locali consentendo, ad esempio, di derogare al patto di stabilità per spese di interventi di prevenzione, tutela e messa in sicurezza del territorio. Proposti inoltre meccanismi di incentivazione/premialità per gli Enti pubblici in grado di dimostrare il proprio impegno nel miglioramento degli aspetti ambientali, territoriali e paesaggistici. Attenzione anche alla questione rifiuti con l’applicazione della direttiva quadro 98/08/CE e del principio di responsabilità del produttore.
Tante proposte, dunque, per cogliere le opportunità che il green offre e che il Paese in parte sta già cogliendo se si pensa che negli ultimi tre anni 360.000 aziende hanno investito in tecnologie green e che il 28% delle assunzioni del 2012 è stato generato da imprese della green economy. Parliamo di 240.000 posti di lavoro in piena crisi economica. Decisamente niente male,