23 Febbraio 2015
Redazione
GREEN ECONOMY
23 Febbraio 2015
Redazione

Rapporto green economy, eco-innovazioni nemiche della crisi

Lo studio sulle imprese del settore, realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile ed Enea, è stato presentato oggi a Roma. Ecco i dati principali

Dalla rubrica Smart City realizzata in collaborazione con ToDay.it

Gli imprenditori italiani credono nella green economy e vogliono investire nel settore. E' inoltre l'eco-innovazione il vero motore per lo sviluppo delle aziende. Nel 2012, secondo la classifica europea, l'Italia era al quindicesimo posto tra i "28" per eco-innovazione, nel 2013 era già salita al dodicesimo e nel 2014 la tendenza continua ad essere positiva: il 98% degli imprenditori italiani afferma che l'economia deve puntare sul risparmio e l'uso sempre più efficiente dell'energia e delle risorse. In particolare, l’Italia risulta essere sopra la media europea per gli output di eco innovazione (i brevetti, le pubblicazioni e la copertura mediatica) ottenendo il 9 posto, mentre è 8 posto per risultati ambientali (i benefici all’ambiente). I dati emergono dal terzo rapporto sulle imprese della green economy, realizzato da Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile ed Enea e presentato oggi a Roma.

“Le imprese della green economy – ha dichiarato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione - chiedono di pesare di più nelle scelte economiche del Paese, perché la loro crescita può contribuire in modo decisivo a far uscire l’Italia dalla crisi. Sia quelle che producono beni e servizi di qualità ambientale, sia quelle che hanno investito in eco-innovazione per processi produttivi puliti hanno infatti maggiori possibilità di sviluppo sul mercato interno e su quelli esteri proprio perché meglio rispondono alla domanda di un miglior benessere e di una miglior tutela di un bene diventato scarso come l’ambiente".

Il rapporto 2014 nel dettaglio. Si suddivide in quattro capitoli. Il primo dedicato al rapporto delle imprese con l’ambiente. “Le aziende - si legge nel rapporto - sono nate consumando risorse naturali, materie prime ed energia”. Ma il trend fortunatamente sta cambiando. Il primo passo “è incentivare l’efficienza delle risorse: le imprese manifatturiere spendono, in media, il 40% di loro costi per le materie prime. Con energia e acqua arrivano al 50% dei costi totali di produzione, a fronte di una spesa del 20% per la manodopera. Un migliore utilizzo delle risorse rappresenta un potenziale generale di risparmio di 630 miliardi di euro all’anno per l’industria europea, ma sono ancora troppo poche le Pmi ad averne consapevolezza”. In Europa il 93% delle Pmi ha messo in campo almeno un’azione per essere più efficiente: “le più comuni riguardano la riduzione al minimo dei rifiuti (67%), il risparmio di energia (67%) e di materiali (59%). Almeno la metà, inoltre, ricicla riutilizzando materiali o rifiuti al suo interno o risparmiando acqua (entrambe 51%)”. Le motivazioni che hanno spinto verso questa strada sono diverse: nel 63% dei casi il fatto di ridurre i costi; il 28% ritiene che l’ambiente sia una priorità. Ma troviamo anche incentivi finanziari o fiscali (19%) e opportunità commerciali (18%).

Per quanto riguarda i servizi offerti, solo il 26% delle Pmi offre prodotti o servizi verdi: il 35% di questi offre prodotti e servizi verdi nel settore dei materiali riciclati e il 19% nella gestione dei rifiuti solidi.

Il secondo è dedicato alle eco-innovazioni di cui abbiamo già detto. Il terzo capitolo pubblica i risultati di un’indagine sugli orientamenti degli imprenditori della green economy condotta tra aprile e maggio 2014, articolata in 56 temi relativi a 8 argomenti strategici, cui hanno risposto 437 imprenditori che gestiscono imprese per un totale di 64.573 dipendenti e con un fatturato complessivo di 15 miliardi e 956 milioni.dallo studio emerge che la sostenibilità viene percepita come un elemento trasversale in grado di generare innovazione, di migliorare la competitività e di rilanciare l'occupazione e non più come un ostacolo per ottenere profitto.

L’ultimo capitolo, infine, fornisce i criteri per individuare le imprese green e indica le 10 misure per lo sviluppo della green economy: una riforma fiscale in chiave ecologica; un programma per migliorare l’utilizzo delle risorse e per sviluppare strumenti finanziari innovativi; investimenti in infrastrutture verdi, difesa del suole e delle acque; un programma nazionale per l’efficienza e il risparmio energetico; lo sviluppo delle attività di riciclo dei rifiuti; il rilancio degli investimenti per le rinnovabili; programmi di rigenerazione urbana; investimenti in mobilità sostenibile; valorizzazione dell'agricoltura di qualità; un piano per l’occupazione giovanile green.

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