28 Novembre 2012
Redazione
TERRITORIO
28 Novembre 2012
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Clini: gestire gli impianti Ilva proteggendo l’ambiente “competenza dell’amministrazione e non della magistratura”

Sulla crisi dell'Ilva, dopo la chiusura di ieri e il summit tra Monti e Napolitano, interviene nuovamente il ministro dell’Ambiente. "Non serve un commissario straordinario"

“A noi interessa risolvere i problemi e non aprire i conflitti, e mi auguro che la magistratura assuma piena consapevolezza del suo ruolo, che è molto importante: non contestiamo l’iniziativa della magistratura che punta a individuare le responsabilità dei reati eventualmente commessi dall’Ilva nel corso degli anni nella gestione degli impianti - dice Clini - Le modalità con le quali gli impianti devono essere gestiti per garantire la protezione dell’ambiente e della salute sono competenza dell’amministrazione e non della magistratura”.
Con il sequestro dell’area a freddo dell’Ilva “la Magistratura di fatto ha creato le condizioni per la chiusura degli impianti, ovvero le condizioni per rendere impossibile il piano di risanamento ordinato dal governo”, aggiunge il ministro. “Io sto ai fatti, e i fatti sono molti semplici - precisa Clini - noi abbiamo fatto il nostro dovere, abbiamo dato le prescrizioni che sono obbligatorie per l’impresa per risanare gli impianti, l’impresa le ha accettate e ha deciso di fare un’operazione che nessun’ altra impresa in Italia ha mai deciso di fare. A questo punto interviene la Magistratura con il sequestro di una parte degli impianti che è strategica per la continuazione delle attività produttive”.
 "Quello che ci aspettavamo che avvenisse da lunedì - continua Clini - era l’avvio degli interventi da parte dell’azienda, e invece c’e’ stato il sequestro dell’area a freddo, che peraltro non è interessata da problematiche ambientali significative”. Il sequestro dell’area a freddo, però, conclude Clini, “ha provocato quello che abbiamo visto”.
L’Ilva “non ha bisogno di un commissario straordinario - assicura Clini - Quello che vogliamo fare è cercare di riportare la gestione di tutta la questione Ilva nell’ambito di quello che prevede la legge: il Governo vuole l’applicazione piena della legge”, ha osservato il ministro, “non dobbiamo inventarci procedure strane per farla applicare”.
Il decreto del Governo, ha sottolineato Clini, "dovrà ribadire i contenuti dell'Autorizzazione integrata ambientale". E ha spiegato: "L'Aia prevede un programma di interventi che dovrebbe durare poco più di due anni, che comporterà investimenti di circa 3 miliardi di euro da parte dell'azienda e che alla fine consentirà di avere a Taranto un'industria pulita e tecnologicamente avanzata".
Ci sono interessi perché l'Ilva chiuda, ha detto il ministro a Radio Anch'io. "Ci sono interessi politici espliciti - ha aggiunto Clini - di chi anche nei mesi scorsi in campagna elettorale per il rinnovo del consiglio comunale di Taranto ha chiesto ripetutamente la chiusura dell'impianto; c'e' evidentemente una valutazione della magistratura che sostanzialmente ha chiesto la chiusura; ci sono poi interessi oggettivi, non dico che c'e' un grande vecchio dietro, ma interessi oggettivi perché se chiude l'Ilva i concorrenti europei e quelli asiatici fanno gesta". Bisogna aver chiaro, ha proseguito, "qual e' il gioco e nessuno di noi può far finta di non sapere. La protezione della salute e dell'ambiente non si assicurano chiudendo l'impianto".
Ci vorranno circa 3 miliardi di euro per risolvere la questione dell'Ilva, ha affermato il ministro. "Gli interventi prescritti con l'Aia hanno una dimensione attorno ai 3 miliardi di euro", ha precisato. "Ilva ha presentato al ministero dell'Ambiente il piano degli interventi, noi lo abbiamo approvato. Noi ci aspettavamo che il piano di interventi cominciasse ad essere efficace due giorni fa, lunedì scorso". "Stiamo lavorando sul provvedimento che consenta la piena attuazione dell'autorizzazione integrata ambientale", ha risposto il ministro ai giornalisti che gli domandavano se e' in arrivo un decreto per sbloccare la situazione dell'Ilva di Taranto. "La riunione di domani - ha aggiunto il ministro a margine di un convegno internazionale sulla convenzione per le acque - servirà per discutere modalità e prospettive per risolvere la crisi di Taranto". (fonte: AGI)

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