3 Gennaio 2013
Redazione
TERRITORIO
3 Gennaio 2013
Redazione

Da Bruxelles lo stop definitivo alle deroghe sulle acque potabili. Lazio unica regione in ritardo

Legambiente: “Il Lazio è l’unica regione in ritardo con gli interventi. Per centinaia di migliaia di cittadini scatteranno le ordinanze di non potabilità”

Il 31 dicembre 2012 sono scadute tutte le possibilità di ulteriori proroghe per le deroghe ai parametri delle acque potabili.  Il Dlgs 31/2001 prevede di riportare i valori delle sostanze inquinanti al di sotto di quelli stabiliti dalla legge. L’unica regione a non aver raggiunto l’obiettivo in particolare per l’arsenico, entro la scadenza è il Lazio. La conseguenza è che dal 1 gennaio 2013 per i cittadini dei comuni coinvolti verranno applicate pesanti ordinanze e sarà limitato l’uso dell’acqua potabile: divieto di berla, di utilizzarla per lavarsi i denti o per l’industria alimentare. Fino a quando? Da una nota pubblicata in questi giorni dall’Istituto Superiore di Sanità si evince la risposta: non prima degli interventi necessari per eliminare le concentrazioni di arsenico. 

“Le deroghe, inizialmente previste solo come misura transitoria, sono diventate purtroppo un espediente per non fare i necessari interventi di potabilizzazione , ha affermato Giorgio Zampetti, responsabile scientifico Legambiente . Dopo dieci anni dall’entrata in vigore della legge e a due dalla bocciatura dell'Unione Europea, in quasi tutte le regioni il problema è stato risolto, l’unica inadempiente è il Lazio. Un ritardo del tutto ingiustificato e dal 1 gennaio le centinaia di migliaia di cittadini che abitano nei territori coinvolti, non possono utilizzare l’acqua del rubinetto. Al momento la Regione stessa prevede altri due anni per gli interventi, inutile dire però che i tempi devono essere molto più rapidi per garantire un’acqua buona e di qualità che esca dai rubinetto di casa”.

Questi i dati: la Regione Lazio aveva richiesto ed ottenuto dalla Comunità Europea provvedimenti di deroga per il triennio 2010-2012 per una popolazione che, allo stato della richiesta, per l’arsenico interessava 788.312 abitanti in 86 comuni, afferenti alla provincia di Viterbo (294.306 abitanti, 54 comuni), Latina (283.642, 9 comuni) e Roma (210.364, 23 comuni); la deroga per il fluoro (valore di parametro previsto da D.Lgs. 31/2001: 1,5 milligrammi/litro, valore concesso in deroga: 2,5 milligrammi/litro) riguardava 461.539 abitanti totali in 78 comuni, in provincia di Viterbo (315.523 abitanti, 60 comuni), Latina (1.000, 1 comune) e Roma (145.016, 17 comuni).
“E' uno scandalo indecente, a causa dei ritardi accumulati dalla Regione Lazio per l'emergenza arsenico, nei prossimi giorni i Sindaci si troveranno a chiudere decine di migliaia di rubinetti nelle case dei cittadini e nelle imprese, con ordinanze che vieteranno l'uso dell'acqua a fini potabili – così ha dichiarato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio –. E ha aggiunto: “Tutti sapevano fin dall'inizio che il 31 dicembre di quest'anno si sarebbe chiusa, per fortuna per la salute dei cittadini, la possibilità di deroghe ai parametri dell'arsenico e dei fluoruri, così come era chiaro che solo una minima parte degli interventi sarebbe stata completata nonostante il commissariamento invocato e ottenuto dalla Regione”.

Legambiente chiede sia immediate informazioni per le persone e alle associazioni, sia un piano immediato per garantire almeno l'accesso ai 5/6 litri di acqua al giorno per abitante: limite adeguato di approvvigionamento fissato  dall'Istituto Superiore di Sanità. Sottolineata l’importanza di un impegno immediato anche da parte di chi si candida a governare la Regione, poiché “trasparenza e legalità devono concretizzarsi in interventi per i cittadini, a partire dall'acqua che è un bene comune fondamentale, senza il quale non si può vivere.” (fonte: Legambiente)

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