Sostituire dighe e barriere di cemento con delle alternative eco-sostenibili per arginare il problema delle inondazioni dei fiumi: questo quanto riportato nella relazione dell’Agenzia europea dell’ambiente
In Europa i rischi naturali più frequenti sono causati dalle alluvioni dei fiumi e dalle piene; purtroppo questo rischio è diventato ancora più preoccupante a causa dell’urbanizzazione e dell’occupazione del suolo. A rendere la situazione ancora più critica ci sono i cambiamenti climatici previsti nei prossimi decenni che non faranno altro che aumentare il rischio di alluvioni sia per frequenza che per intensità, causando anche notevoli difficoltà all’economia, alle infrastrutture e alla salute umana. In vista di tutto ciò è stata presentata una nuova relazione da parte dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) con l’obiettivo di trovare delle possibili soluzioni che potranno portare ad una maggiore resilienza del clima in vista del maggiore rischio causato dalle inondazioni dei fiumi. Il rapporto “Infrastrutture verdi e gestione delle alluvioni-promuovere la riduzione dei rischi di inondazione efficiente in termini di costi attraverso soluzioni infrastrutturali verdi” ha delineato, infatti, l’importanza di investire in infrastrutture green per prevenire le inondazioni, come ad esempio il ripristino delle pianure alluvionali; il tutto non solo per ottenere vantaggi a livello ambientale o socio-economico ma per ridurre anche la quantità di investimenti finanziari messi in atto a scopo difensivo. Nella relazione sono stati presi ad esempio sei studi che si sono focalizzati sui bacini fluviali dell'Elba (Germania), del Rodano (Francia), della Schelda (Belgio) e della Vistola (Polonia) e che hanno sottolineato il potenziale, in termini di spazio adeguato, di ripristinare le pianure alluvionali al loro fianco.
Per cercare di contrastare il fenomeno delle inondazioni l’uomo ha arginato fiumi e costruito dighe, trasformando il paesaggio naturale e alterando il flusso dell’acqua. Queste azioni, nonostante abbiano contribuito significativamente a contrastare le alluvioni, hanno anche comportato elevati costi finanziari; in più hanno aumentato il rischio di inondazioni più a valle a causa della maggiore quantità e velocità dell’acqua. Per ovviare a tali problematiche, avendo oggi anche delle regolamentazioni politiche più attente alle tematiche dell’acqua, dell’agricoltura e dei cambiamenti climatici, stanno avanzando delle soluzioni di intervento sempre più sostenibili come l’idea di utilizzare le pianure alluvionali e le zone umide per affrontare le sfide poste dalle inondazioni. Questo tipo di investimento ha un impatto molto più basso sull’economia ma cosa più importante rispetta molto di più l’ambiente se paragonato alle dighe o alle barriere di cemento. Portano inoltre anche dei vantaggi secondari come opportunità ricreative, acqua più pulita e un habitat per la fauna selvatica.
La fattibilità del progetto è stata dimostrata dall’Olanda che ha messo in atto il piano “Room for rivers” con il quale si è deciso di concedere più spazio ai fiumi proprio per poter gestire livelli di acqua più alti e contemporaneamente migliorare la qualità dell’ambiente circostante. Il rapporto dell’Aea si conclude sottolineando l’importanza di utilizzare “soluzioni naturali” per difenderci dal problema delle inondazioni che colpisce molti stati membri dell’Unione Europea, obiettivo che può essere raggiunto solo migliorando le conoscenze e le esperienze prendendo spunto da quei paesi che hanno già concretizzato il progetto.