24 Giugno 2015
Stefania Galli
TERRITORIO
24 Giugno 2015
Stefania Galli

Goel: quando il cambiamento porta riscatto sociale e sviluppo economico

Nato nel 2003, si tratta di un consorzio di imprese sociali tutte unite da una caratteristica: dire no all’Ndrangheta

Il cambiamento, in tutte le sue forme, è fondamentale per riscattarsi da una situazione di disagio. Se quest’ultimo è rappresentato dall’Ndrangheta, tutto ciò assume ancora più valore. La Calabria, terra ricca di fascino e tradizioni, ha però questo brutto male che la logora al suo interno. Questo crea terrore, precarietà, assoggettamento, toglie libertà e soprattutto dignità. Non è semplice prendere coscienza di questo e cercare di combatterlo, con tutte le conseguenze che questo può portare.

Ma in Calabria la molla è scattata e la voglia di cambiare questo status quo è stata più forte della paura stessa di affrontarla. Con l’obiettivo di combattere l’Ndrangheta nel suo stesso territorio, in particolare la Locride, ridare coraggio agli stessi calabresi, riscattandoli, creare cambiamento sociale e di mentalità, e allo stesso tempo portare sviluppo economico in questa terra di periferia, nasce Goel.

Nata nel 2003 a Gioiosa Jonica, si tratta di un consorzio di imprese sociali che raggruppa al proprio interno nove cooperative sociali, un’associazione di volontariato, una fondazione del territorio della Locride e della Piana di Gioia Tauro. Tutti uniti da una caratteristica: dire no all’Ndrangheta e alle massonerie deviate. “Goel è un nome biblico, letteralmente vuol dire riscattatore, colui che pagava il prezzo del riscatto per restituire, diremmo oggi, il cittadino a una situazione di libertà”, spiega Vincenzo Linarello fondatore di questo progetto.

Come si legge nello statuto del gruppo cooperativo, “la missione di Goel è rappresentata dal "cambiamento della Locride e della Calabria nell'affermazione piena della libertà, della democrazia, della sussidiarietà, della giustizia sociale ed economica, del rispetto dei diritti delle persone e fasce sociali più deboli e marginali, del bene comune delle comunità locali e dei territori.”

“Ciò si traduce, prosegue lo statuto, in un progetto di consorzio dove la dimensione economica, con la sua concretezza, si pone al servizio di un preciso progetto di cambiamento sociale, dove alcune parole chiave ne definiscono i riferimenti cardinali: libertà, democrazia, sussidiarietà, giustizia sociale, giustizia economica, diritti dei più deboli, comunità locali e territori”.

Non più solo denuncia, quindi, ma azioni concrete, in grado di rappresentare delle vere e proprie alternative e che si realizzano tramite l’attività imprenditoriale. Azioni in grado di portare sviluppo economico e un cambiamento radicale all’interno della società. Nonostante i vari tentativi di farlo crollare, Goel è cresciuto nel corso degli anni: ha portato avanti progetti e iniziative per un virtuoso sviluppo del proprio territorio ed opera in diversi ambiti tra cui la sanità, con strutture predisposte all'accoglienza e alla riabilitazione di persone affette da disagio psichico di media e grave entità; nell’ambito turistico, attraverso il Tour Operator “Turismo Responsabile”, che propone “I Viaggi del GOEL”, dove viene offerta una immagine nuova della Locride e della Calabria, dove viene valorizzato il territorio visitato e la tradizione di un popolo; nel settore agroalimentare con la nascita di Goel Bio, cooperativa sociale agricola che produce e promuove prodotti locali certificati bio e che si pone come obiettivo, l’inserimento lavorativo dei soggetti più svantaggiati; fino al settore artigianale: Goel fonda “Cangiari” (in dialetto calabrese “Cambiare”) il primo marchio di moda eco-etica di fascia alta in Italia. Sua caratteristica principale è la produzione di tessuto a mano attraverso l’antica tradizione della tessitura calabrese. E solo per citare i principali.

Certo il percorso non è stato semplice, i tentativi per farlo crollare sono stati tanti ma “chi abita in territori svantaggiati, dove regna la precarietà, ha un vantaggio straordinario, spiega Vincenzo Linarello. “Non ha nulla da perdere. E se non si ha nulla da perdere, ci si mette in gioco, sperimentando nuove strade e nuovi strumenti”.

Creare l’alternativa diventa allora il primo passo per superare questo “male”: “Io credo, conclude Linarello, che l’innovazione, l’etica e la tenacia siano i tre ingredienti importanti per riuscire a creare alternativa”.

Goel rappresenta un buon esempio di come il cambiamento, se voluto, se cercato, può portare riscatto sociale ma anche sviluppo territoriale ed occupazionale. Intercettato da Earth Day Italia che, in collaborazione con il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, ha voluto realizzare una rassegna quei casi di comunità rurali che, pur basando la propria economia sull’agricoltura e la produzione agroalimentare, hanno saputo “inventare” nuovi modelli di sviluppo per il territorio. Da questa selezione sono nate 15 storie racchiuse in cinque reportage che sono stati presentati all’Expo il 5 giugno in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente.

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