12 Marzo 2014
Redazione
TERRITORIO
12 Marzo 2014
Redazione

Greenpeace punta il dito contro Procter&Gamble

L'associazione ambientalista accusa infatti la multinazionale americana di utilizzare olio di palma non sostenibile, causando gravi ripercussioni sulle foreste indonesiane

Come un cane da guardia vigile e determinato, Greenpeace non si distrae un attimo, pronta a richiamare all’ordine chi sgarra. E chi la dura la vince, la costanza viene premiata. Così è successo con Unilever, Nestlé e L'Oréal che hanno dovuto smettere di utilizzare nei loro prodotti olio di palma proveniente dalle foreste indonesiane e modificare i canali di approvvigionamento.

Ora gli strali di Greenpeace sono diretti contro la Procter&Gamble. L'associazione ambientalista accusa infatti la multinazionale americana di utilizzare olio di palma non sostenibile, ricavato dalle foreste indonesiane. Il risultato è che per produrre shampoo e gel da barba in Indonesia è in corso una violenta deforestazione che sta distruggendo l'habitat naturale della tigre del Borneo e dell'orango.

"Il produttore deve lasciare la foresta pluviale minacciata fuori dalla porta dei nostri bagni", ha avvertito Greenpeace. L'azienda americana, chiede l'associazione, dovrebbe "assicurare ai suoi clienti" l'uso di "prodotti innocui per la foresta”.

La situazione è piuttosto drammatica, secondo il WWF il Borneo ha perso più della metà della giungla in pochi decenni, e questo nonostante una moratoria sulla deforestazione imposta nel 2011 dal governo indonesiano, rivelatasi sostanzialmente un fallimento. Speriamo che anche questa volte le proteste e le richieste di Greenpeace vengano ascoltate.

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