Preoccupanti i risultati del rapporto Ispra-Snpa sul consumo del suolo nel 2017: per il WWF serve intervento legislativo
Il Rapporto Ispra-Snpa “Consumo di Suolo in Italia 2018” espone un dato allarmante: in Italia, nel solo 2017, il consumo di suolo è aumentato di 52 chilometri quadrati. Questo vuol dire che vi sono 763 metri quadrati in meno per abitante.
Un prezzo altissimo quello che viene pagato, in primis dal punto di vista ambientale ma non solo: il danno supera i 2 miliardi di euro l’anno, e avviene soprattutto a livello delle zone costiere e nel Nord-Est Italia, dove c’è stata una ripresa economica.
Messe a dura prova anche le aree protette: quasi 75 mila ettari sono totalmente impermeabili, partendo dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini arrivando al Gran Sasso e ai Monti della Laga, così come i Parchi Nazionali del Circeo, del Vesuvio e dell’Arcipelago di La Maddalena sono le aree tutelate con il maggior suolo consumato.
Molte aree a vincoli paesaggistici, inoltre, rappresentano quasi un quarto del consumo del suolo registrato: tra questi, il 64% si deve alla presenza di cantieri e il 13% a nuovi edifici costruiti.
Secondo Donatella Bianchi, Presidente del WWF Italia, è necessario riprendere il disegno di legge sul “Contenimento del suolo e riuso del suolo edificato” della scorsa legislatura, approvato nel 2016 dalla Camera ma fermo al Senato: “Ripartendo da quest’ultimo testo sarà possibile costruire una nuova normativa di protezione che possa essere realmente innovativa ed efficace”.