6 Agosto 2013
Luigi Arcudi
TERRITORIO
6 Agosto 2013
Luigi Arcudi

L'acqua entra nel green new deal italiano

Agli 8 Gruppi di lavoro costituiti nel 2012 (ecoinnovazione, efficienza, rinnovabilità dei materiali e riciclo dei rifiuti, risparmio energetico, fonti energetiche rinnovabili, servizi degli ecosistemi, mobilità sostenibile, filiere agricole di qualità ecologica, finanza e credito sostenibili per la green economy) se ne sono aggiunti due altrettanto fondamentali che riguardano la tutela dell’acqua, risorsa di inestimabile valore, e le Regioni e gli Enti locali, interlocutori primari delle esigenze della cittadinanza.

Dall’incontro dell’Assemblea delle Acque, tenuto a luglio, sono emerse 4 proposte per tutelare questo patrimonio spesso inutilmente sprecato e avviare una strategia nazionale per la gestione della risorsa acqua:

Dare piena attuazione alle direttive europee aggiornando, integrando, adeguando le norme nazionali. In attesa della riforma complessiva del settore, prioritaria è l’effettiva operatività dei distretti idrografici con la ridefinizione dei loro confini e la revisione dei piani di gestione il cui coordinamento, per l’aggiornamento, deve essere affidato alle Autorità di bacino nazionali.
Reperire le risorse necessarie che sono state stimate per le infrastrutture acquedottistiche, fognarie e depurative in 66 miliardi di euro in 30 anni con un effetto occupazionale stimabile tra 150.000 e 200.000 addetti, attraverso in primo luogo la qualificazione dell’ uso dei Fondi strutturali 2014-2020. È stato stimato (Autorità dei Contratti Pubblici) che con un miliardo di euro è possibile coinvolgere da 10.000 a 15.000 lavoratori in attività di medio-lungo termine. In particolare per rendere più efficiente sotto il profilo ambientale la spesa pubblica è necessario introdurre meccanismi premiali per l‟assegnazione delle risorse, come:

  • soluzioni impiantistiche flessibili per forti fluttuazioni di carico come negli agglomerati turistici;
  • utilizzo elevato delle acque reflue depurate associata a tecnologie che riducono l’acqua per irrigare;
  • soluzioni impiantistiche a basso impatto ambientale;
  • recupero dell’energia termica dall’acqua depurata;
  • miglioramento dell’uso dell’acqua in agricoltura con l’incentivazione di pratiche di irrigazione più efficienti, il riutilizzo delle acque, la costruzione di piccoli invasi e la prevenzione degli sprechi.

Migliorare le prestazioni ambientali del settore valorizzando il risparmio idrico con l’introduzione dei “certificati blu”, riconoscendo gli incentivi a chi riutilizza le acque reflue depurate, soprattutto in agricoltura, riducendo le dotazioni idriche portandole a 200 litri per abitante al giorno (ora sono in media superiori del 20-40%) e le perdite idriche che non dovrebbero superare il 20%. Bisogna favorire anche in Italia la penetrazione di tecnologie per la gestione sostenibile delle acque nel settore domestico introducendo un sistema di incentivi che coniughi sistema tariffario (disincentivi a consumi superiori a 100l/ab/giorno) e fiscalità e adeguando la normativa edilizia in modo da favorire tecniche di risparmio (uso delle acque piovane o riciclate per usi non potabili, tetti verdi, ecc). Oggi solo 530 Comuni su 8.092 hanno regolamenti edilizi con prescrizioni che riguardano la gestione dell’acqua.
Coinvolgere i cittadini attraverso percorsi di comunicazione e formazione. Una strategia di informazione potrà aumentare l’attenzione e la consapevolezza sui temi dell’acqua e grandi campagne di comunicazione potranno sensibilizzare i cittadini. L’innovazione tecnica e la gestione sostenibile delle acque deve entrare anche a far parte dei programmi di istruzione superiore e universitari del settore.

Dopo quella sull'Acqua, l’Assemblea su Regioni ed Enti locali si terrà a settembre insieme ad altri appuntamenti che fanno parte del percorso ‘Verso gli Stati Generali della Green Economy’.

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