7 Maggio 2018
Redazione
TERRITORIO
7 Maggio 2018
Redazione

L’inquinamento del terreno ucciderà più del cancro: alla Fao soluzioni a confronto nel primo Global Symposium on Soil Pollution

Un terzo  dei terreni  globali è  già  degradato. L'inquinamento  influenza il cibo che mangiamo

L’inquinamento del suolo è un nemico silenzioso ed invisibile. Sono circa 700.000 all’anno i morti falcidiati da batteri resistenti agli antibiotici, introdotti nel terreno dove cresce il futuro cibo destinato alla razza umana. Dato agghiacciante: entro il 2050 se questo problema globale non sarà affrontato e risolto, gli studiosi calcolano che l’inquinamento del suolo ucciderà più persone del cancro. E’ quanto affermato da vari esperti dal 2 al 4 maggio durante il Global Symposium on Soil Pollution (GSOP18) che si è svolto presso la sede della FAO a Roma. L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura e il suo Global Soil Partnership (SPG), Intergovernmental Technical Panel on Soils (ITPS), insieme ai Segretariati delle Convenzioni di Basilea, di Rotterdam e di Stoccolma, dell'Organizzazione delle Nazioni Unite e dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), hanno concordato di esplorare l'opzione di un Simposio Globale organizzato congiuntamente sull' inquinamento del suolo come piattaforma comune per discutere ed elaborare le ultime informazioni sullo stato, le tendenze e azioni -sia scientifiche che politiche- sull'inquinamento del suolo stesso e le sue conseguenze minacciose sulla salute umana, la sicurezza alimentare e l'ambiente. Interessanti e spaventosi i temi emersi: “Un terzo dei terreni globali è già degradato: l'inquinamento del suolo influenza il cibo che mangiamo, l'acqua che beviamo, l'aria che respiriamo; la nostra salute e la salute di tutti gli organismi del pianeta è sotto tiro” hanno spiegato gli addetti ai lavori intervenuti al simposio. I terreni dunque fungono da filtro e buffer per i contaminanti ma il loro potenziale di risposta in fattore di salvaguardia della salute è limitato. Se la capacità del suolo di contenere viene superata, i contaminanti possono penetrare in altre parti dell'ambiente, compresa la catena alimentare. Si tenga presente pure che l'inquinamento del suolo influisce sulla sicurezza alimentare riducendo la produzione e la qualità delle colture. “I principali inquinanti del suolo provengono da attività umane –hanno detto al convegno organizzato alla Fao- Si parla di attività industriali e minerarie, pratiche agricole non sostenibili e rifiuti urbani non trattati”. Soluzioni? “Il compostaggio a casa può ridurre la quantità di rifiuti che entra nelle discariche e migliorare così la salute del suolo”. Che fare subito per arginare il problema? Occorre promuovere pratiche agricole sostenibili e chiedere ai governi di sviluppare politiche adeguate a prevenire e controllare l'inquinamento. Occorre ricordare che circa il 95% del cibo proviene dalla terra: purtroppo un terzo dei suoli globali è già degradato e dovrà affrontare una crescente pressione d’inquinamento, che si verifica sotto terra ed è quindi invisibile. L'inquinamento del suolo colpisce il cibo, l'acqua che beviamo, l'aria, la salute di tutti gli organismi del pianeta. Al Global Symposium on Soil Pollution è infine emerso che gli inquinanti più comuni sono “metalli pesanti, inquinanti organici persistenti, azoto, fosforo, radionuclidi, organismi patogeni e inquinanti emergenti come quelli del settore farmaceutico e i prodotti per la cura personale, plastificanti o nano particelle”. Le attività umane poi sono le principali fonti di produzione di tali inquinanti: le attività industriali ad esempio rilasciano grandi quantità di sostanze chimiche nell'ambiente durante la fase di produzione e trasporto. Le attività minerarie generano grandi quantità di sostanze tossiche. L'espansione urbana incontrollata porta a maggiori infrastrutture per il trasporto e alla produzione di rifiuti, che possono condurre alla contaminazione del suolo. E ancora le attività agricole e zootecniche inquinano attraverso l'eccessivo uso di pesticidi e fertilizzanti, l'impiego di acque reflue non trattate per l'irrigazione e l'uso di fanghi di letame e liquami ad alto contenuto di antibiotici, batteri resistenti agli antibiotici e contenuti di metalli pesanti. Si stima che negli anni '90 l'inquinamento del suolo ha colpito circa 22 milioni di ettari: un'area equivalente a quasi 31 milioni di campi da calcio. In Europa circa 340.000 siti sono contaminati e dovranno essere risanati: nel 2012  la produzione globale di rifiuti solidi urbani ammontava a circa 1,3 miliardi di tonnellate e dovrebbe aumentare a 2,2 miliardi di tonnellate entro il 2025. Risultato attuale? “Tra il 60 e l'80% degli oggetti presenti nelle discariche potrebbero essere riciclati, ma all’atto pratico non lo sono ancora”. Si pensi poi che pure alcuni organismi che abitano il suolo come i lombrichi possono assorbire gli inquinanti: questo implica una reazione a catena, che inizia con una ridotta biodiversità, altera l'organico e quindi indebolisce la struttura del suolo stesso e la capacità di resistere all'erosione. Anche i nitrati si accumulano e possono facilmente filtrare nelle acque sotterranee. L’ossido di azoto (N2O), un gas a effetto serra, contribuisce al cambiamento climatico quando viene rilasciato da fertilizzanti messi in maniera eccessiva nei terreni. Altri dati agghiaccianti: in Cina, il 19% (circa 238 mila chilometri quadrati) di terreni arabili è inquinato da metalli pesanti, tra cui cadmio, nichel e arsenico tuttavia vengono usati per coltivare grano per il consumo umano. 12 milioni di tonnellate di cereali inquinati devono essere smaltiti ogni anno, a spese degli agricoltori cinesi stessi per un valore di circa 2,57 miliardi di dollari. La medicina spiega che gli inquinanti possono causare oltre 200 malattie nell'uomo, dalla diarrea al cancro. Importanti quantità di inquinanti organici persistenti (POP) sono stati trovati in regioni isolate, molto lontane dalle fonti, come nell'Artico o nell'altopiano tibetano. Una percentuale significativa di antibiotici, ampiamente utilizzata in agricoltura e nell'assistenza sanitaria, viene rilasciata nell'ambiente dopo essere stata espulsa dall'organismo a cui era stata somministrata la terapia antibiotica. E’ questo aspetto che crea batteri resistenti agli antimicrobici. Il primo Global Symposium on Soil Pollution (GSOP18) vuole essere un faro per costituire ora e in futuro una  piattaforma neutrale per riunire esperti del suolo internazionali, scienziati, responsabili politici, organizzazioni della società civile e settore privato al fine di raccogliere le migliori informazioni scientifiche disponibili sullo stato, le tendenze e le azioni sul suolo da intraprendere in tutto il mondo. Il simposio è un'azione coraggiosa per attuare le linee guida volontarie per la gestione sostenibile del suolo (VGSSM) e la risoluzione UNEA3 sull'inquinamento del suolo in termini di lotta all'inquinamento del terreno e portare fatti e prove scientifiche per l'avvio di attività globali per ridurre l'inquinamento del suolo medesimo e bonificare i siti inquinati.

Gloria Barbetta

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