1 Aprile 2015
Diego De Cicco
TERRITORIO
1 Aprile 2015
Diego De Cicco

La Forestale verso lo scioglimento, sindacati e ambientalisti in piazza

Il Parlamento discute un disegno di legge del Governo che prevede l’accorpamento tra Corpo Forestale e Polizia di Stato e scoppia la protesta 

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Il Corpo Forestale, plurisecolare, potrebbe giungere presto a termine, in forza al disegno di legge sulla riforma della Pubblica amministrazione, presentato al Parlamento dal premier Renzi e dal ministro Marianna Madia. Sindacati dei forestali e diverse associazioni ambientaliste sono contrari a questa possibilità e oggi si riuniranno davanti al Senato per una manifestazione di protesta.

Il provvedimento. Lo scopo dichiarato del provvedimento è razionalizzare le funzioni di polizia ed evitare sovrapposizioni di competenze; quello non meno desiderato è il risparmio di risorse economiche. Secondo i piani, circa 8mila uomini e donne che vestono la divisa verde confluirebbero nella Polizia di Stato, andandosi a sommare ai circa 95mila poliziotti, e passando dalle dipendenze del ministero delle Politiche Agricole a quello dell’Interno. Se nel Governo e nella maggioranza non sembrano esserci dubbi, tanto che la commissione competente del Senato ha approvato il Ddl avviandolo alla discussione in Parlamento, alcuni esponenti dell’opposizione, in particolare il governatore della Lombardia Maroni, e diversi esponenti della società civile si sono detti contrari a questa soluzione, criticando sia il modo, troppo affrettato, con cui si intende liquidare la Forestale, sia l’efficacia a lungo termine del provvedimento.

La storia del Corpo Forestale. Con altro nome, fu istituito dai Savoia nel 1822 nell’allora Regno di Sardegna allo scopo di tutelare i boschi e le foreste dello stato pre unitario. Nella sua storia quasi bicentenaria ha mantenuto questa vocazione originaria sia dopo la proclamazione del Regno d’Italia, sia con l’istituzione della Repubblica, ampliando via via il territorio da tutelare fino ad includere tutto il Paese. Strada facendo sono aumentate le competenze e le responsabilità, ed oggi la Forestale effettua anche controlli sul patrimonio agro alimentari, sul traffico di animali protetti, sul rispetto dei parchi e delle aree naturalistiche e, soprattutto, contro i reati ambientali che inquinano il territorio.

Chi scenderà in piazza. La Lipu, Lega italiana protezione uccelli, che con il Corpo Forestale collabora da decenni in un’intensa attività anti bracconaggio e tutela dell’ambiente, senza mezzi termini afferma che “la tragica conseguenza dell’eventuale approvazione del disegno di legge sarebbe il via libera a bracconieri e inquinatori, trafficanti di specie esotiche o eco mafiosi”. In una recente intervista il presidente di Lipu Birdlife Italia, Fulvio Mamone Capria, ha spiegato il perché: “La specialità del Corpo Forestale dello Stato è la vigilanza ambientale, la prevenzione e repressione dei crimini verso ambiente. Ricordiamo che ‘La terra dei fuochi’ è un’indagine avviata dal CFS così come altre inchieste sulle eco mafie, che verranno probabilmente rallentate o fermate da questo accorpamento”.

Il timore è che la trasformazione in generici poliziotti di agenti specializzati in reati ambientali, contraffazioni agroalimentari, violazioni di aree protette e contrabbando di fauna esotica, possa risolversi in una diminuzione del pattugliamento del territorio e una perdita di potere deterrente verso truffatori, bracconieri e, quel che sarebbe peggio, inquinatori. “La Forestale svolge un ruolo unico e insostituibile - ha dichiarato Mamone Capria - ad esempio, grazie a loro sono state avviate indagini sulla contraffazione dell’olio d’oliva: in un momento in cui la produzione nazionale è calata, sono moltissime le mistificazioni di questo, come di altri prodotti agro alimentari che fanno la nostra ricchezza.

Il Presidente del Consiglio ha lasciato intendere che gli accorpamenti potrebbero non finire qui. Attualmente le forze di polizia a livello nazionale sono cinque, assegnate alla regia di cinque diversi ministeri: i 105mila carabinieri del Ministero della Difesa; i 38mila agenti di Polizia Penitenziaria della Giustizia; i 60mila finanzieri del ministero dell’Economia, oltre ai già citati forestali del ministero delle Politiche Agricole e poliziotti degli Interni. In totale sono più di 300 mila persone in uniforme che molti vorrebbero far confluire in un unico corpo, sotto un’unica regia.

Anche tra i manifestanti di oggi quest’idea trova terreno fertile, ma non nei modi in cui sta avvenendo: “Chiediamo al premier Renzi di pensare ad una riforma più coerente e che veda l'accorpamento di tutte le Forze di Polizia in un’unica Polizia nazionale - è la richiesta ufficiale del presidente Mamone Capria - Prendiamoci più tempo. Questa non è una riforma ma un maquillage che trasferisce 7-8mila uomini da un corpo a un altro”.

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