11 Dicembre 2015
TERRITORIO
11 Dicembre 2015

Le montagne soffrono la fame

Cresce nel mondo l'insicurezza alimentare delle comunità montane. Lo rivela un rapporto della FAO diffuso in occasione della Giornata Internazionale della Montagna.

In occasione della Giornata Internazionale della Montagna, Mountain Partnership e FAO hanno presentato oggi il rapporto "Mapping the vulnerability of mountain peoples to food insecurity" (qui il documento completo) che analizza la situazione delle comunità montane del pianeta rispetto alla sicurezza alimentare in relazione ai cambiamenti climatici. Il dato che emerge dal rapporto è che, nonostante una generale diminuzione del fenomeno della fame nel mondo, le popolazioni che vivono in zone montane vanno in controtendenza. Per queste comunità, che per il 90% dei casi si trovano in paesi in via di sviluppo, l'insicurezza alimentare è aumentata del 30% tra il 2000 e il 2012: in concreto 329 milioni di persone che vivono in alta quota hanno difficoltà ad accedere al cibo; dodici anni prima il problema affliggeva 253 milioni di persone. Il dato resta preoccupante anche considerando l'aumento di queste popolazioni nel periodo considerato, stimato al 16%, e sembra dipendere direttamente dall'innalzamento progressivo delle temperature: con condizioni climatiche meno rigide, infatti, si alza la quota di metri sul livello del mare a cui possono arrivare parassiti e malattie che colpiscono coltivazioni e allevamenti. 

Le popolazioni montane rurali sono quelle che più stanno pagando per i cambiamenti climatici: addirittura il 50% di chi, al mondo, vive in montagna e dipende direttamente dai prodotti della terra, dai bacini idrici e dalle foreste, è a rischio insicurezza di alimentare. Per avere un'idea delle dimensioni del problema va ricordato che il 13% della popolazione del pianeta vive in zone montane. Il paradosso è che queste comunità sono le meno responsabili dell'inquinamento che causa i cambiamenti climatici, come ha fatto notare il coordinatore del Segretariato della Mountain Partnership Thomas Hofer: "Per le popolazioni montane questa è una vera e propria ingiustizia: sono comunità con una delle più basse impronte di carbonio al mondo, ma sono tra le prime a dover sostenere il peso del cambiamento climatico".
Le popolazioni più a rischio si trovano in Africa, dove 86 milioni di persone sono state dichiarate vulnerabili all'insicurezza alimentare; in America Latina e nei Caraibi (48 milioni); e soprattutto in Asia dove sono a rischio ben 192 milioni di persone, 40 milioni in più che nel 2000. La FAO spinge verso impegni politici e interventi decisi per sostenere in particolare i poveri e le donne che vivono in zone montane. In Italia la situazione è ovviamente meno preoccupante, ma non del tutto tranquilla: "Nelle Alpi e negli Appennini non registriamo fortunatamente situazioni di forte difficoltà come in altre parti del mondo - ha dichiarato Enrico Borghi, deputato, presidente dell'UNCEM Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani, e presidente dell'Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della Montagna - Ma non possiamo non registrare in molte aree il rischio di abbandono e il continuo spopolamento, in particolare per la mancanza di servizi di base e di una strategia locale per lo sviluppo socio-economico. La creazione di smart e green communities, sulle Alpi e sugli Appennini è la chiave di volta per le politiche regionali e nazionali sulla montagna".

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