20 Ottobre 2017
Fabrizio Cavallina
TERRITORIO
20 Ottobre 2017
Fabrizio Cavallina

Nazioni Unite: 7000 neonati muoiono ogni giorno nel mondo

Un rapporto delle Nazioni Unite evidenzia il dramma della mortalità infantile nei Paesi del Terzo Mondo, ponendo l’accento sui decessi neonatali

Nel 2016 sono morti 5.6 milioni di bambini sotto la soglia dei cinque anni, 15.000 al giorno. Di questi, il 46% sono neonati (2.6 milioni). A rivelarlo lo studio “Levels and Trends in Child Mortality 2017” realizzato dalle Nazioni Unite, un resoconto sulla situazione mondiale nell’ambito della mortalità infantile. Nonostante i numeri ancora drammatici, negli ultimi decenni tanti sono stati gli sforzi fatti: il 1990 registrava 93 morti ogni 1000 nascite (12.6 milioni totali), contro i 41 ogni 1000 del 2016, con un abbassamento del tasso di mortalità del 56%. Parallelamente però – testimonia il rapporto redatto in collaborazione con l’UNICEF, World Health Organization e World Bank Group – la percentuale dei neonati sul numero di decessi totale di bambini, è salita dal 41% del 2000 al 46% del 2016. Nello stesso anno sono morti, quindi, 7000 neonati ogni giorno. “50 milioni di bambini sotto i cinque anni sono stati salvati dall’inizio del secolo – ha commentato Stefan Swartling Peterson, Chief of Health dell’UNICEF – Se non lavoriamo però sulla salute dei bambini appena nati, questi progressi rimarranno incompleti. Possediamo le tecniche e le conoscenze richieste, il compito è portarle là dove sono necessarie”.

La maggior parte delle morti, infatti, è riconducibile a malattie preventivabili e trattabili con interventi medici: polmonite, diarrea e malaria sono le maggiori responsabili; nel 2016 il 30% delle morti è stato dovuto a complicazioni durante la gravidanza o al momento del parto. In almeno la metà dei casi gioca un ruolo di primo piano la malnutrizione così come l’acqua non potabile e la mancanza d’igiene sono fattori determinanti. Per queste ragioni la mortalità infantile è un indicatore chiave dei progressi condotti nell’ambito dei 17 Sustainable Development Goals (SDGs) delle Nazioni Unite. Soprattutto il terzo tra questi: “assicurare una vita sana e promuovere il benessere a tutte le età. Entro il 2030 l’obiettivo è di ridurre le morti dei neonati fino ad un massimo di 12 ogni 1000 nascite, mentre sotto i 5 anni di età i decessi non devono superare i 25 ogni 1000. Secondo lo studio, al momento, con più di cinquanta Paesi non all’altezza del Goal relativo alla sopravvivenza dei bambini, nel periodo tra 2017 e 2030 saranno 60 milioni i morti complessivi. Di questi la metà neonati.

La maggior parte delle morti risulta essere in Africa Sub-sahariana (38%) dove 1 bambino su 36 muore entro il primo mese di vita, e Asia meridionale (39%). In cinque nazioni avviene la metà dei decessi neonatali di tutto il mondo: sono India, Pakistan, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo ed Etiopia. Nel rapporto viene stimato che se tutti i paesi nel 2016 avessero raggiunto un tasso di mortalità infantile pari a quello delle nazioni ad alto reddito – una media di 5.3 morti ogni 1000 nascite – il conto dei decessi sarebbe stato inferiore dell’87%. Cioè circa 5 milioni di morti sarebbero state evitate. Numeri che evidenziano la disparità del destino dei nati in paesi più poveri rispetto a quelli dove vengono garantite le cure necessarie alla sopravvivenza; una questione che pone l’accento sull’urgenza di limare le disuguaglianze in tutto il mondo.

Molte morti sono facilmente evitabili a queste età attraverso interventi semplici, da attuare prima, durante e dopo la nascita – ha commentato LIU Zhenmin, Sotto-Segretario-Generale per le Politiche Economiche e Sociali delle Nazioni Unite – Ridurre le disuguaglianzeraggiungendo i neonati più vulnerabili, i bambini e le madri è fondamentale per centrare l’obiettivo dei Sustainable Development Goals e assicurarci che nessuno rimanga indietro”.

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