3 Agosto 2016
Gabriele Renzi
TERRITORIO
3 Agosto 2016
Gabriele Renzi

Tempo scaduto: dall’8 agosto la Terra non rinnoverà le risorse che saranno consumate

Cade sempre prima l’Earth Overshoot Day, in 26 anni persi 4 mesi. L’Unep avverte: negli ultimi 40 anni triplicato il prelievo di risorse naturali

Sarà l’8 agosto l’Earth Overshoot Day del 2016, il giorno in cui l’umanità esaurisce il credito annuale che la Terra mette a disposizione in termini di risorse naturali.
A partire dal 9 agosto ogni chilo di CO2 che sarà immesso nell’atmosfera non potrà essere assorbito da oceani e foreste, ogni pesce pescato non sarà sostituito da un uovo che si schiude, ogni albero tagliato non sarà sostituito da un nuovo fusto.

 
Il mondo non finirà il 9 agosto, ma l’immagine aiuta a rendere l’idea di una Terra che da questo giorno in poi non sarà più in grado di rigenerare le risorse che saranno consumate; è come se una famiglia il 20 del mese esaurisse il denaro proveniente dagli stipendi mensili e, per arrivare a fine mese, intaccasse i propri risparmi.
Risparmi che ovviamente non sono infiniti e che prima o poi finiranno, esattamente come le risorse del Pianeta da cui continuiamo a prendere più di quanto questo possa darci, con una voracità sempre crescente, se consideriamo che il giorno in cui il Pianeta esaurisce le risorse a disposizione per l’anno cade sempre prima: lo corso anno abbiamo esaurito il budget il 13 agosto mentre due anni il 19; nel 2010 l’Earth Overshooth Day cadeva il 21 agosto, dieci anni prima, nel 2000, il 1 novembre e nel 1990 il 7 dicembre.

 
Servirebbe più di un pianeta e mezzo (1,6) per far fronte alla domanda globale di risorse naturali, cui non tutti i paesi contribuiscono in egual misura.
I paesi più industrializzati (Stati Uniti, Australia, Cina, Giappone ed Europa in generale) chiedono alla Terra molto più di quanto sia lecito fare, prima consumando (metaforicamente) anche le risorse dei paesi più poveri, accumulando un debito ecologico di cui poco si parla, e poi andando, appunto, in Overshoot.

 
Sono gli australiani ad avere lo stile di vita più insostenibile; se tutti i paesi del mondo adottassero il loro stile di vita, infatti, di pianeti non ne servirebbero più 1,6, ma addirittura 5,4. Li seguono in questa classifica Stati Uniti (4,8) Russia, Svizzera e Sud Corea (3,3).
Gli italiani sono in decima posizione; se tutti consumassero come noi ci sarebbe bisogno di oltre due Terre e mezzo (2,7), ma se rapportassimo i nostri consumi alle dimensioni ridotte, rispetto ad altri, del nostro Paese scopriremmo che per sostenere la nostra domanda servirebbero ben 4,3 stivali. Peggio di noi solo Corea del Sud (8,4) Giappone (7) e Svizzera (4,4).

 
Una situazione difficile e globalmente sempre meno sostenibile che pochi giorni fa ha ben descritto anche il rapporto “Global material flow and resource productivity, uno studio diffuso dal gruppo di lavoro sui flussi globali di materie prime dell’Unep, programma ambientale delle Nazioni Unite.
Secondo questo studio nel 2010 sono stati estratti dal pianeta 70 miliardi di tonnellate di materie prime contro i 22 miliardi del 1970: in quarant’anni l’estrazione di materie prime è triplicata.

Di questo passo, con la crescita della popolazione mondiale e l’emergere di nuove economie, entro il 2050 al Pianeta saranno richiesti 180 miliardi di tonnellate di materiale ogni anno.

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