L’esercitazione NEAMWave17 indetta dall'UNESCO sull'allerta maremoti nel Mediterraneo fissa a nove minuti l'intervallo tra il sisma e l'avviso ad amministratori e soccorritori sulle coste italiane.
La Commissione oceanografica intergovernativa dell'UNESCO (IOC-UNESCO) ha indetto un’esercitazione internazionale sul rischio maremoto del NEAMTWS (NorthEastern Atlantic, Mediterranean and connected seas Tsunami Warning System) con alcuni test esercitativi che hanno riguardato diverse aree come quelle del Mediterraneo, e una dell’Atlantico nord-orientale . Durante le giornate è stato utilizzato il sistema di Allertamento nazionale per i Maremoti (SiAM) composto dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), che opera attraverso il Centro Allerta Tsunami (CAT) e l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale e Dipartimento della Protezione civile (ISPRA) che ha effettuato la simulazione di un processo di allertamento su scala nazionale. L’esercitazione NEAMWave17 è stata fatta prendendo come punto di partenza un possibile terremoto di magnitudo 8.5 con epicentro a largo della Grecia meridionale ed è stato possibile simulare tutti i passaggi che si sarebbero fatti nella realtà: dall’analisi del potenziale tsunamigenico del sisma effettuata dal CAT-INGV, allo studio in tempo reale dei dati mareografici rilevati dall’ISPRA fino all’applicazione delle procedure di allertamento rapido da parte del Dipartimento della Protezione Civile.
Durane la simulata il CAT-INGV ha inviato il primo messaggio di allarme al Dipartimento della Protezione Civile nove minuti dopo il verificarsi del terremoto per un totale di cinque messaggi che hanno veicolato informazioni riguardanti le altezze dello tsunami nelle diverse località coinvolte. Grazie alla rapidità dell’allerta e anche grazie alla presenza di una piattaforma tecnologica realizzata ad hoc, sono state allertate le Sale Operative Regionali di protezione civile e alcune amministrazioni comunali delle Regioni maggiormente interessate dallo scenario esercitativo: Nova Siri, Policoro e Scansano Ionico in Basilicata; Soverato, Catanzaro e Rossano in Calabria; Lecce, Gallipoli e Castellaneta in Puglia; Acicastello, Augusta e Santa Teresa di Riva in Sicilia.
Queste giornate di esercitazione sono servite per migliorare l’intero sistema: nel 2017 infatti, quando fu osservato uno tsunami nel Mediterraneo a seguito di un terremoto di magnitudo 6.6 con epicentro nel tratto di mare prospiciente Kos (Grecia) e Bodrum (Turchia), il CAT aveva inviato una comunicazione al Dipartimento della Protezione Civile entro dieci minuti dalla scossa, informando che il maremoto non avrebbe interessato le coste italiane. L’importanza dell’iniziativa è stata spiegata da Angelo Borrelli, il capo Dipartimento della Protezione Civile, che ha dichiarato come “non dobbiamo sottovalutare la possibilità che nell’area mediterranea a seguito di eventi sismici particolarmente energetici o di fenomeni franosi sottomarini, possano originarsi maremoti. Per questo motivo abbiamo partecipato all’esercitazione NEAMWave17, la prima dopo l’istituzione del Sistema di Allertamento nazionale per i Maremoti. Il test di ieri rappresenta una tappa fondamentale di un percorso fondato sulla conoscenza e sulla consapevolezza del rischio che dovrà necessariamente coinvolgere sempre di più il territorio e i cittadini affinché nessuno si trovi impreparato”.
Sull’utilità dell’esercitazione si è espresso anche il Presidente dell’ISPRA, Stefano Laporta, dichiarando che: “occasioni come l’esercitazione che si è svolta, sono utili anche per raccogliere nuovi elementi di conoscenza ed integrare gli scenari ipotizzati, infatti l’ISPRA oltre ad assicurare la trasmissione in tempo reale dei dati della Rete Mareografica Nazionale (RMN) per l'eventuale conferma del maremoto, ha già predisposto, in funzione degli scenari di ipotetici maremoti che potrebbero colpire il nostro Paese, tutte le elaborazioni necessarie al rilascio delle mappe di inondazione delle coste italiane. Una volta integrate e ricalibrate sugli scenari di allerta, le mappe saranno messe a disposizione dei comuni per il loro successivo impiego per l’aggiornamento dei piani di emergenza”. Per Carlo Doglioni, presidente dell’INGV, invece il sistema di allerta messo in campo rappresenta un passo in avanti molto importante dato il rischio reale degli tsunami nel Meditterraneo, “la nascita in Italia di questa struttura dimostra che stiamo crescendo sul piano della prevenzione e protezione dai rischi naturali. Le esercitazioni, come quella appena realizzata, sono lo strumento migliore per affinare l’efficienza del sistema di allertamento in caso di emergenza reale”.