19 Dicembre 2017
Dario Caputo
TERRITORIO
19 Dicembre 2017
Dario Caputo

Venezia sempre più a rischio inondazione

Un rapporto dell’Ispra e del Cnr indica che i dati mareografici riguardanti Venezia non sono rassicuranti: il livello nella Laguna negli ultimi 20 anni si è innalzato di 5,6 mm all’anno.

L’Ispra e il Cnr-Ismar di Trieste, a partire dai loro dati mareografici integrati con quelli geodetici  propri e del CPSM di Venezia, hanno stilato un rapporto intitolato “L’innalzamento del livello medio del mare a Venezia: eustatismo e subsidenza”, redatto dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Dal lavoro è emersa una situazione molto preoccupante poiché in poco più di 20 anni, precisamente dal 1994 al 2016, si è verificato un innalzamento del livello del mare nella Laguna pari a 5,6 mm l’anno. La causa del fenomeno è riconducibile a due fattori, che negli ultimi anni si sono presentati in maniera prepotente: il primo è l’eustatismo e cioè l’innalzamento del livello del mare, il secondo è la subsidenza, cioè il progressivo abbassamento del piano di campagna. Proprio dall’Ispra hanno affermato che “i due fenomeni hanno fatto registrare un innalzamento del livello del mare pari a 5,6 mm/a nell’arco di oltre venti anni. La letteratura scientifica ha preso come riferimento il 1994 poiché, a partire dall’anno precedente, si è osservato un mutamento sostanziale nella variabilità dei dati, tornando al tasso di crescita che si registrò nel secondo dopoguerra fino alla soglia degli anni Settanta. Difatti i due periodi 1947-1969 e 1994-2016 sono praticamente sovrapponibili: rispettivamente di 5, 60 mm/a e e 5.61 mm/a, ad indicare che nell’ultimo ventennio la velocità di innalzamento del l.m.m. relativo a Venezia è tornata nuovamente ad assumere valori preoccupanti”.

 

Fino al 1970 l’innalzamento del livello del mare a Venezia era causato dall’estrazione idrica dal sottosuolo ad uso industriale ma, negli ultimi vent’anni, è causato da numerosi motivi; in primis dalle variazioni climatiche in corso a livello globale. A peggiorare la situazione già critica ci sono i più ampi movimenti crostali e la conformazione prevalente di suolo e sottosuolo del territorio che comportano cedimenti di quota più o meno differenziati. Tutto ciò è dovuto in buona parte alla compattazione degli strati sia superficiali che profondi, sia per cause naturali che antropiche.

Il rapporto si conclude con una previsione che ha del tragico; i tecnici hanno infatti dichiarato che “in questo contesto territoriale il rischio inondazione-allagamento risulta elevato e direttamente proporzionale ai crescenti costi per il mantenimento delle opere di difesa, per il ripascimento degli arenili erosi e per il risanamento dai danni a strutture ed attività delle popolazioni residenti (es. acque alte a Venezia e nei centri lagunari minori). Questi rischi, provenienti da mare e da terra, ricorrono abitualmente in occasione di eventi meteorologici estremi e sono destinati a ripetersi con sempre maggiore frequenza”.  

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