Quanto siamo sostenibili e quanto siamo lontani rispetto al traguardo del 2030 in un documento che misura la posizione dell'Italia rispetto ai 17 SDGs
Solo pochi giorni fa è stato festeggiato il terzo anniversario dell’Agenda 2030, esattamente il 25 settembre, e questo vuol dire che un altro anno è passato e c’è un anno in meno che ci separa dall’agognato traguardo che vuole il raggiungimento dei 17 SDGs. Ma la domanda è: a che punto siamo?
A questo quesito risponde il Rapporto ASviS 2018, presentato proprio stamane 4 ottobre alle 10,30 presso la Camera dei Deputati.
La situazione italiana è stata analizzata tramite gli indicatori compositi elaborati dall’ASviS, con la metodologia AMPI (utilizzata anche dall’Istat). Per 15 Goal su 17 si fa riferimento ad un indicatore composito, a partire da 95 indicatori elementari, mentre per il Goal 13 e il Goal 17 si è usato un solo indicatore headline.
Il valore base dell’Italia nel 2010 è 100, e da questo i valori salgono o scendono a seconda che vi siano stati, rispettivamente, miglioramenti o peggioramenti.
Rispetto al 2010, la situazione resta complessivamente stabile, poiché vi sono dei Goal in cui l’Italia è migliorata, altri in cui è peggiorata e altri ancora in cui i valori sono stazionari o si compensano tra di loro.
In particolare, dal 2010 al 2016, l’Italia:
- È migliorata per:
- È peggiorata per:
- È rimasta stazionaria per:
Per Enrico Giovannini, Portavoce dell’ASviS, “si sono già persi tre anni per dotarsi di una governance che orienti le politiche allo sviluppo sostenibile. Il 2030 è dietro l’angolo e molti Target vanno raggiunti entro il 2020. Oltre all’immediata adozione di interventi specifici in grado di farci recuperare il tempo perduto sul piano delle politiche economiche, sociali e ambientali, l’ASviS chiede al Presidente del Consiglio di attivare subito la Commissione nazionale per l’attuazione della Strategia per lo Sviluppo Sostenibile, di trasformare il CIPE in Comitato Interministeriale per lo Sviluppo Sostenibile e di avviare il dibattito parlamentare sulla proposta di legge per introdurre il principio dello sviluppo sostenibile in Costituzione, al fine di garantire un futuro a questa e alle prossime generazioni”.
Oltre a queste richieste e alla fotografia di un’Italia ancora un po’ a rilento, tuttavia, il Rapporto ASviS presenta anche ciò che di buono è stato fatto tramite alcune leggi, norme, decreti e iniziative sociali. Afferma infatti Pierluigi Stefanini, Presidente ASviS: “il Rapporto è anche portatore di speranza perché dà conto delle iniziative di numerosi soggetti economici e sociali, nonché di tantissime persone, che stanno cambiando i modelli di business, di produzione, di consumo, di comportamento, con evidenti benefici, anche economici”.