16 Gennaio 2019
Giorgia Martino
VIVERE GREEN
16 Gennaio 2019
Giorgia Martino

L'inquinamento aumenta il rischio di aborti spontanei quanto il fumo di sigaretta: una ricerca spiega perché

Secondo uno studio effettuato nello Utah, il biossido di azoto aumenta del 16% il rischio di aborto: i consigli alle donne incinte per tutelarsi dall'aria contaminata

Un nuovo studio dimostra che il rischio di aborti spontanei aumenta del 16% quando le donne incinte sono esposte ad un forte inquinamento atmosferico nei sette giorni precedenti l’interruzione della gravidanza.

La ricerca è stata condotta dal Dottor Matthew Fuller, Professore dell’Università dello Utah, negli Stati Uniti, e dalla ricercatrice Claire Leiser, appartenente allo stesso Ateneo. Lo studio ha avuto luogo nella Capitale dello Utah, a Salt Lake City.

Fuller, che non è originario del luogo, ha affermato di aver notato un aumento degli aborti spontanei proprio in concomitanza di periodi di forte inquinamento dell’aria, e così ha deciso di indagare meglio.

Lui e la Leiser hanno così condotto uno studio retrospettivo che ha analizzato i dati relativi a 1300 donne che avevano visitato il pronto soccorso in un singolo ospedale di Salt Lake City tra il 2007 e il 2015, e che erano incinte fino a 20 settimane. Sono stati ovviamente analizzati tutti i fattori che avrebbero potuto scatenare un aborto spontaneo, come problemi fisici ed età avanzata.

Sulla base di tutti questi elementi, i ricercatori hanno identificato un legame molto forte tra gravidanze interrotte e altissimi livelli di NO2 (biossido di azoto) nei sette giorni precedenti l’aborto.

Il biossido di azoto è generato dai combustibili fossili, in particolar modo dal diesel, ed è riconosciuto come responsabile di patologie a carico dell’apparato respiratorio, come bronchiti, allergie, irritazioni ed edemi polmonari.

Nello specifico, Fuller e Leiser hanno scoperto che il livello medio di NO2 nei sette giorni prima dell'aborto si aggirava intorno ai 34 microgrammi per metro cubo, ma il picco arrivava fino a 145 microgrammi. Proprio queste cifre altissime sono state associate all’aumento del 16% del rischio di interruzione spontanea di gravidanza, al pari della pericolosità del fumo di tabacco nel primo trimestre di gestazione.

Ciò che risulta ancora più inquietante è che Salt Lake City ha un grado di inquinamento alto, ma non è tra le città con l’aria più contaminata al mondo. Questo fa presupporre che vi siano luoghi in cui il rischio di aborti spontanei dovuti all’inquinamento sia ancora più alto.

Non è chiaro in che modo esattamente l’aria inquinata conduca all’aborto, ma si ritiene che gli agenti inquinanti causino stress ossidativo e stati infiammatori. Inoltre, l’inquinamento è da sempre associato a difetti alla nascita, come basso peso del neonato e parti prematuri.

Il suggerimento di Fuller alle donne incinte è quello di evitare di uscire troppo nei giorni in cui la qualità dell’aria è peggiore, di usare mascherine antismog e di installare a casa filtri per la qualità dell’aria.

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